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Quadro macroeconomico (GERMANIA)

La Germania è la prima economia dell’UE, con un PIL nel 2022 pari a 3,876.8 miliardi di euro, in crescita dell’1,8% rispetto al 2021. Al PIL tedesco contribuiscono soprattutto i servizi (70% del PIL), e l’industria manifatturiera (circa il 24% del PIL, al netto del comparto edilizio che pesa per il 5.5%), mentre l’agricoltura e la pesca rappresentano circa lo 0,9% del PIL.

L’andamento economico positivo determinato dall’uscita dalla pandemia ha lasciato il posto ad uno stagnante e recessivo tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Il 2022 ha segnato un rallentamento della ripresa economica (+1,9%), mentre nel 2023 l’economia tedesca si contrarrà, secondo le previsioni, dello 0,4%. Gli ultimi dati disponibili, relativi al terzo trimestre 2023, mostrano una contrazione del PIL dello 0,1%. Le previsioni per il futuro sembrerebbero essere più ottimiste: l’economia tedesca dovrebbe tornare a crescere, moderatamente, nel 2024 (+1,3%).

Al rallentamento economico tedesco hanno contribuito pesantemente le congiunture macroeconomiche: all’inflazione già causata dagli aumenti di prezzo delle materie prime si è sommato un pesante rincaro dei prezzi energetici dovuto al conflitto in Ucraina e alla iniziale dipendenza del comparto energetico dalle importazioni di idrocarburi russi. Per combattere l’aumento dei prezzi la BCE ha risposto con una politica monetaria restrittiva, aumentando i tassi di interesse. Sebbene la cura sembri avere effetto (in base alle stime preliminari di ottobre di Destatis l’inflazione è scesa sotto 4%, più del previsto, tornando al 3,8%), l’aumento dei tassi ha avuto effetti negativi sull’economia, in particolare deprimendo la domanda immobiliare e l’accesso al credito da parte di imprese e famiglie.

Nel 2022 il tasso di disoccupazione si è attestato al 2,8%, in calo rispetto al 3,3% del 2021, mentre sono aumentati gli occupati, che passano da 44,9 milioni nel 2021 a 45,5 nel 2022. Anche nel 2023 si conferma un aumento dell’occupazione, ad agosto si sono registrati 45,7 milioni di occupati, 342.000 in più (+0,8%) rispetto allo stesso mese del 2022. Il mercato del lavoro tedesco si conferma solido e bisognoso di forza lavoro, come testimoniano le oltre 760.000 offerte di lavoro presentate delle imprese nel mese di settembre.

Nel 2022 il commercio estero, continuando sulla scia positiva del 2021, ha fatto registrare un’ulteriore crescita. Le esportazioni sono aumentate del 14,3% rispetto al 2021, mentre le importazioni sono aumentate del 24,1%. La Germania rimane un paese esportatore, con una bilancia commerciale in attivo di oltre 82 miliardi di euro, ma rispetto al 2021 il peggioramento di tale valore è evidente, nel 2021 l’attivo era di 175 miliardi di euro, ridottosi di oltre il 50% nel corso del 2022. A pesare su questo risultato sono soprattutto le importazioni di combustibili, raddoppiate nel 2022.

Nel primo semestre del 2023 le esportazioni sono aumentate del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, attestandosi a 797,8 miliardi di euro, mentre le importazioni sono calate del 4,4%. Questi andamenti hanno determinato un significativo miglioramento della bilancia commerciale, +98,7 miliardi di euro, più che raddoppiata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (41.8 miliardi di euro).

Il deficit tedesco nel 2022 si è attestato al 2,6% del PIL (nel 2021 era del 3,7%). Il debito pubblico nel 2022 valeva il 66,3% del PIL, per la prima volta in calo da dopo la pandemia.

Fonte: Destatis, BMKI, Osservatorio Economico MAECI su dati Economist Intelligence Unit

Ultimo aggiornamento: 10/11/2023