Dar es Salaam – Il primo ministro della Tanzania Kassim Majaliwa ha invitato i donatori locali e stranieri a investire nell’economia blu globale, sottolineando le “vaste opportunità” di investimento in Tanzania proprio in questo settore. Lo riporta la testata tanzaniana The Citizen.

Intervenendo all’ottavo incontro ministeriale dell’Organizzazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Oacps), tenutasi a Dar es Salaam, Majaliwa ha detto che le strategie politiche della Tanzania sono progettate per attrarre capitali verso l’emergente economia blu del Paese ed ha elencato le aree chiave in cui sono necessari investimenti, tra cui la pesca del tonno, l’allevamento di alghe, gli allevamenti ittici, la produzione di mangimi per pesci e lo sviluppo delle infrastrutture per la lavorazione del pesce.

“La Tanzania è aperta agli affari e abbiamo creato un ambiente favorevole per gli investitori che vogliono beneficiare delle nostre ricche risorse marine”, ha detto il primo ministro. A sua volta, il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Oacps), Georges Chikoti, durante un intervento proprio all’incontro ministeriale ha detto che la ricchezza delle risorse naturali dei paesi membri e la crescente domanda globale di prodotti marini sono fattori chiave che contribuiscono alla crescita economica di Paesi come la Tanzania.

“La nostra ricca diversità di risorse naturali, barriere coralline ed ecosistemi marini, costieri e di aragoste, ci offre un’opportunità unica di trarre vantaggio dalla crescente domanda globale di prodotti acquatici, o pinnipedi, e ittici. Inoltre, lo sfruttamento sostenibile delle nostre acque apre opportunità per la produzione di una serie di beni e servizi, come l’energia rinnovabile, il turismo, la biotecnologia e i trasporti, contribuendo alla diversificazione economica e alla resilienza”, ha detto Chikoti, secondo il quale per realizzare appieno questo potenziale è necessario affrontare adeguatamente le sfide del cambiamento climatico, della pesca eccessiva e dell’inquinamento.

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