Nairobi – Il governo di Nairobi ha avviato ieri il processo di privatizzazione di 11 aziende statali, con l’obiettivo di aumentare le entrate e rafforzare il coinvolgimento del settore privato in più settori.

Tra le entità destinate alla privatizzazione ci sono la National Oil Corporation del Kenya (Nock), che si occupa di esplorazione di giacimenti petroliferi, importazione e vendita di prodotti petroliferi raffinati, il Kenyatta International Convention Center (Kicc) che promuove il turismo congressuale, e la Kenya Pipeline Company (Kpc) che detiene il monopolio sul gas e trasporto di petrolio.

Altre aziende destinate alla privatizzazione includono l’editore di libri Kenya Literature Bureau (Klb), il produttore di sementi Kenya Seed Company Limited (Ksc), due mulini di riso – Mwea Rice Mills Ltd (Mrm) e Western Kenya Rice Mills Ltd (Wkrm), il produttore tessile Rivatex East Africa Limited (Real), il produttore di veicoli Vehicle Manufacturers Limited (Kvm), il produttore di macchinari Numeric Machining Complex Limited (Nmc) e l’azienda di trasformazione del latte New Kenya Cooperative Creameries Limited (Nkcc). Queste 11 entità fanno parte di un piano più ampio volto a privatizzare a lungo termine 35 aziende statali.

La mossa è orientata a migliorare l’efficienza economica favorendo un maggiore coinvolgimento del settore privato, consentendo così all’economia di essere più reattiva alle forze di mercato e alla concorrenza, si legge in una dichiarazione diffusa dal ministero del Tesoro nazionale e della pianificazione economica.

Il governo keniano ha affermato che questa iniziativa allevierà la pressione sulle risorse pubbliche tra numerose necessità urgenti, contribuendo in modo significativo al consolidamento fiscale. Il Paese dell’Africa orientale, alle prese con vincoli finanziari, è alle prese con un’inflazione crescente e un deprezzamento valutario. In risposta, la Banca Mondiale ha recentemente annunciato un programma triennale di finanziamento di 12 miliardi di dollari a favore del Kenya, a seguito di un prestito di 682,3 milioni di dollari offerto dal Fondo monetario internazionale.

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