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WTO, accordi regionali e aliquote tariffarie (SUD AFRICA)

Anno di accesso al WTO1995
Accordi regionali notificati al WTO (numero)6
Aliquota tariffaria per i prodotti agricoli (Anno)2017
Aliquota tariffaria per i prodotti agricoli (Aliquota %)8,7
Aliquota tariffaria per i prodotti non agricoli (Anno)2017
Aliquota tariffaria per i prodotti non agricoli (Aliquota %)7,6
Fonte: Dati WTO.

Osservazioni WTO

A partire dal 1994 il Sud Africa si è gradualmente sempre più aperto al commercio internazionale. I governi che si sono succeduti negli ultimi 25 anni hanno stipulato accordi commerciali in ambito bilaterale e multilaterale.

L’adesione al WTO nel 1995 ha determinato una notevole diminuzione dei dazi doganali imposti dal governo sudafricano alle importazioni. La struttura delle barriere tariffarie è stata inoltre semplificata al fine di adeguarla agli impegni presi, in particolare si è ridotto il numero delle aliquote dalle ottanta del passato alle nove attuali. Gli oneri doganali si suddividono in 3 categorie: dazi doganali; oneri anti-dumping e di compensazione; Value-Added Tax, la cui aliquota generale è del 15%. Il progressivo processo di liberalizzazione commerciale e la crescente domanda interna hanno determinato un forte aumento delle importazioni causando un deficit nella bilancia delle partite correnti, compensato generalmente dal saldo positivo del conto finanziario che consente l’accumulazione di valuta estera da parte della Banca Centrale.

Il Sud Africa è membro della Southern African Development Community (SADC), Organizzazione intergovernativa che comprende 15 Paesi dell’Africa meridionale, nel cui quadro venne firmato nel 2000 un accordo per la creazione di un'area di libero scambio cui hanno finora aderito 14 stati membri.

Il Sud Africa è membro della Southern Africa Customs Union (SACU), unione doganale che comprende il Botswana, il Lesotho, la Namibia e lo Swaziland. L’accordo prevede la liberalizzazione degli scambi per i beni pro­dotti all’interno dell’area, l’applicazione di una tariffa esterna comune e l’adozione di un’accisa comune. I paesi membri (ad eccezione del Bostwana) hanno creato nel 1986 una Common Monetary Area (CMA) che prevede la liberalizzazione dei movimenti di capitali, un regime di cambi comune verso l’esterno e l’ancoraggio delle valute al rand sudafricano.

Nel novembre 2016, è entrato in vigore l’Accordo di partenariato economico (Economic Partnership Agreement, EPA), tra Sud Africa, Namibia, Lesotho, Botswana, Swaziland e Mozambico (cosiddetto gruppo "SADC-EPA") e l’UE, il principale partner economico dell’area. L’Accordo è strutturato in modo asimmetrico per tener conto del diverso grado di sviluppo dei partner africani. L’Accordo garantisce al Sud Africa un’ancora maggiore apertura del mercato UE (liberalizzazione del 94,9% in termini di dazi e del 93,2% in termini di volume) rispetto al Trade Development and Cooperation Agreement (TDCA) del 1999. L’accordo prevede inoltre più elasticità in relazione ai dazi, una maggiore flessibilità riguardo alle rules of origin, l’eliminazione in ambito agricolo dei sussidi UE alle esportazioni e la protezione di 105 GI (geographical indications). Al Sud Africa viene inoltre consentita l’adozione di misure di salvaguardia transitorie in alcuni settori.

Per l'UE, l’EPA prevede la liberalizzazione totale del 74,1% e parziale del 12,1% per i beni diretti verso l’area SADC-EPA, con l’esclusione del Mozambico che godrà di un regime diverso. Le esclusioni riguardano alcuni prodotti dei settori agricolo (manzo e altri prodotti a base di carne, alcuni latticini), minerario e della componentistica per auto. Viene invece disposta una riduzione solo parziale dei dazi per alcuni prodotti del tessile/calzaturiero e del settore automibilistico e limitazioni in termini di volume per carne di maiale, frattaglie, formaggio e burro. L’EPA assicura inoltre la protezione di 251 GI europee.

Il Sud Africa ha aderito all'African Continental Free Trade Area (AfCFTA) che dovrebbe portare nei prossimi anni alla creazione dell'area di libero scambio più grande del mondo. Il Sud AFrica, grazia alla sua economia relativamente avanzata e alla sua dotazione infrastrutturale è ben collocato per diventare un attore centrale di questa futura area di libero scambio.

Ultimo aggiornamento: 25/07/2022

Barriere tariffarie e non tariffarie

WTO, accordi regionali e aliquote tariffarie (SUD AFRICA)

AnnoAccordo
2016Southern Common Market (MERCOSUR) - Southern African Customs Union (SACU)
Gli stati firmatari sono al momento Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, Botswana, Lesotho, Namibia, Sud Africa ed Eswatini (Swaziland).
2016EU - SADC
L'Accordo è entrato in vigore solo per alcuni degli stati membri SADC (cosiddetto gruppo "SADC-EPA"): Sud Africa, Lesotho, Namibia, Botswana, Eswatini (Swaziland) e, dal 2018, Mozambico.
2008EFTA-SACU
Oltre al Sud Africa gli attuali firmatari sono: Botswana, Lesotho, Namibia, Swaziland, Iceland, Liechtenstein, Norway, Switzerland.
2004Southern African Custom Union (SACU)
Oltre al Sud Africa, gli attuali firmatari sono: Botswana, Lesotho, Namibia, Swaziland.
2000Southern African Development Community (SADC)
Accordo firmato fra Angola, Botswana, Democratic Republic of Congo, Lesotho, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambique, Namibia, Seychelles, South Africa, Swaziland, Tanzania, Zambia, Zimbabwe. Scadenza dell'accordo 2015.
2000EU-SOUTH AFRICA
Oltre al Sud Africa sono presenti i seguenti Paesi: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Latvia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia, Gran Bretagna,