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Politica economica (FINLANDIA)

Le dimensioni ridotte dell’economia finlandese ne rendono la crescita fortemente dipendente dalla congiuntura internazionale. Dopo la recessione dei primi anni ’90 conseguente alla dissoluzione dell’URSS, al tempo principale partner commerciale, la Finlandia ha beneficiato dell’andamento positivo dell’economia internazionale nel quinquennio successivo, facendo registrare tassi di crescita stabilmente superiori al 5% dal 1997 al 2000.

L'elettronica è emerso come settore di punta dell'economia finlandese in seguito alla ristrutturazione industriale avvenuta negli anni ’90 e, per lungo tempo, si è mantenuto il più importante dell’intero sistema industriale finlandese. L’avvio della fase depressiva dell’economia è infatti coincisa con l’ultima fase della crisi della Nokia, quando la telefonia mobile fu ceduta a Microsoft. Nokia ha conservato il portafoglio di innovazione, lo sviluppo delle reti(ex Nokia-Siemens), la cartografia e mappe digitali, acquisendo nel 2015 la società Alcatel-Lucent per formare la Nokia Corporation. Nel 2019 lo Stato finlandese ha aumentato la propria quota in Nokia elevandola al 3,7%.

Il secondo settore per importanza resta quello forestale (legno, cellulosa e carta), seppure in arretramento a causa della crescente concorrenza asiatica. Di rilievo anche il settore metallurgico e delle macchine industriali, in cui operano società quali Metso, Wärtsila, Kone e Outokumpu. Forte ripresa nel settore della cantieristica navale, con nuovi capitali (i cantieri di Turku sono stati acquistati dalla tedesca Meyer). Altro settore in crescita è quello delle “tecnologie verdi”, la cui base produttiva si trova nell’area di Vaasa.

Il sistema bancario è dominato dai 3 gruppi bancari (Nordea, Danske Bank e OP-Pohjola) che detengono una quota di circa l’85% delle attività. Le 3 banche hanno superato a pieni voti l'ultimo stress-test della BCE, potendo contare su un solido patrimonio in grado di assicurare la continuità delle operazioni anche in presenza di un improvviso deterioramento dell'economia.

Lo Stato ha una forte presenza nell’economia nazionale, con quote rilevanti (nella Holding di Stato “Solidium Oy”) in gruppi operanti in settori quali “Patria” (difesa, con il 49,9% posseduto dalla norvegese Kongsberg ), “TeliaSonera” (telecomunicazioni), “Fortum” (produzione di energia elettrica da varie fonti incluso nucleare e rinnovabili), “Gasum” (gas), cui si aggiunge la Neste Oil nel settore degli idrocarburi.

In Finlandia sono presenti 2 centrali nucleari, Lovisa e Olkiluoto, con 2 reattori attivi ciascuna per la produzione di energia nucleare ad uso civile. La costruzione di un terzo reattore presso Olkiluoto da parte della francese Areva, ha subito gravi ritardi. Nel 2010, il Parlamento ha approvato la costruzione di un quarto reattore presso Olkiluoto e una nuova centrale nucleare a Hanhikivi, ad opera di Fennovoima, con una significativa quota della russa Rosatom (circostanza che ha generato preoccupazioni in materia di sicurezza e strategiche). Al momento il progetto presenta forti ritardi.

Nella ripartizione del consumo di energia elettrica, il 40% proviene da fonti tradizionali (26% petrolio;8% carbone; 6% gas naturale), il 17% dal nucleare, il resto dalle rinnovabili (in prevalenza biomasse, con il 28%). Il fabbisogno totale di gas naturale e petrolio/carbone è assicurato da importazioni dalla Russia. E’ stato inoltre concluso nel 2019 il gasdotto bidirezionale Baltic Connector fra Finlandia ed Estonia, che permetterà di diversificare rispetto all’import dalla Russia.

E´ in corso l’affinamento della strategia energetica lanciata nel 2016, con i seguenti obiettivi per il 2030: incremento di energie rinnovabili (oltre il 50%), incremento autosufficienza energetica (oltre il 55%), progressiva riduzione dell’import di petrolio e aumento dell’uso di biocarburanti (dal 20 al 40%), incremento nell’uso di veicoli elettrici. Sarà eliminato il contributo alla produzione di energia eolica. Nessun accenno all’energia nucleare. La Finlandia intende rinunciare all´utilizzo di carbone per la generazione elettrica entro il 2029 e si ripromette di diventare “carbon neutral” entro il 2035. Al momento langue il versante delle rinnovabili e l´attenzione si concentra sulla valorizzazione delle risorse forestali (sia per le biomasse, sia in qualità di “carbon sink”).

La Finlandia si distingue nel contesto europeo per l’elevata percentuale degli investimenti nel settore dell’Educazione, Ricerca ed Innovazione.

Ultimo aggiornamento: 25/02/2020