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Politica economica (AUSTRIA)

L'Austria è uno dei Paesi che ha meno sofferto durante la crisi finanziaria del 2008-2012, riuscendo a mantenere tassi di crescita nel complesso soddisfacenti e un indebitamento sostanzialmente sotto controllo. Tali risultati sono stati ottenuti anche attraverso un'attenta politica di bilancio, con limitati  tagli alle spese. La riforma fiscale per un valore di 5 miliardi di euro entrata in vigore all'inizio del 2019 ha sostenuto il consumo privato e contribuito a mantenere una crescita soddisfacente (+1,5%), sebbene più bassa di quella che si era riscontrata negli anni precedenti, a causa del rallentamento della congiuntura economica internazionale. 

Il debito pubblico è diminuito nel 2019 al 70,4%  anche grazie al basso livello dei tassi di interesse. Per questo il governo austriaco ha potuto aprovvare senza grandi problemi diverse misure a sostegno dell'economia per la crisi legata alla pandemia di COVID-19. Di conseguenza il deficit del bilancio federale è aumentato all'8%, ed il debito pubblico ha raggiunto nel 2020 l'83,3% del PIL. Nel 2021 è stato registrato un miglioramento leggero a 82,8% grazie a un deficit minore. Era previsto un'ulteriore forte riduzione per il 2022. Però a causa di diverse misure per mitigare gli effetti negativi dell'inflazione molto alta per il potere d'acquisto della popolazione è diminuito soltanto al 78,4%. Nel 2023 il debito pubblico rispetto al PIL è sceso al 76,3%. Per il 2024 è previsto 75,6%, ma la percentuale reale dipenderà dal futuro sviluppo della congiuntura internazionale e dal tasso d'inflazione, anche alla luce della crisi ucraina, e dalle relative conseguenze per il mercato del lavoro e la disoccupazione.

Ultimo aggiornamento: 04/03/2024