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Politica economica (ANGOLA)

I settori strategici su cui l'Angola intende puntare per la diversificazione dell'economia e la riduzione della dipendenza dal settore Oil&Gas sono: l'agroalimentare e l’agribusiness, dove il Paese ha un grande potenziale inespresso; il settore minerario, con particolare riferimento all'estrazione di oro, diamanti, ferro; il settore delle rinnovabili e della transizione energetica; il settore delle infrastrutture e della logistica; e della blue economy.

Al fine di liberare le risorse finanziarie necessarie al programma di crescita della produzione di beni e servizi, che potessero sostituire le importazioni dei prodotti base e permettere un riequilibrio dell’economia, ridimensionando il settore delle imprese pubbliche, il governo angolano ha approvato negli ultimi anni riforme legislative e strutturali che, attraverso processi di maggiore trasparenza nell’acquisizione delle entrate fiscali, nella gestione della spesa pubblica, di controllo del valore della moneta nazionale e dell’inflazione, dessero stabilità al settore finanziario incoraggiando gli investimenti interni da parte di privati ed esteri. A tal fine sono state adottate misure di potenziamento della politica monetaria finalizzate alla gestione del processo di liberalizzazione dei mercati valutari e del cambio e di attuazione del programma di privatizzazione delle principali imprese statali, in un continuo sforzo per il miglioramento dell’ambiente economico.

L'attuale Legge sugli Investimenti Privati, modificata nel 2021, ​​non prevede più l'obbligo di creare partnership con investitori locali, requisito obbligatorio in passato per alcuni settori dell'economia – quali energia e acqua, telecomunicazioni, edilizia civile, alberghi.

La difficoltà di rimpatrio dei capitali, dovuta alla scarsità di valuta estera nel mercato dei cambi e al ruolo autorizzativo centrale svolto dalla banca centrale (BNA), ha sempre costituito negli anni passati un freno alla crescita degli investimenti stranieri. Tuttavia, le riforme in termini di politica monetaria e di regolamentazione dei cambi (dal 2018 il Paese attua un regime di fluttuazione dei cambi, avendo eliminato l’indicizzazione al dollaro), nonché il decentramento dell'analisi dei processi di esportazione di capitali alle banche commerciali, hanno snellito i pagamenti a soggetti esterni (sia investitori che fornitori), un fattore cruciale per la redditività degli investimenti. A giugno 2022, considerati gli elevati prezzi del petrolio, la disponibilità di valuta straniera è sensibilmente aumentata, ciò ha portato la Banca Centrale a innalzare dal 5% al 10% la posizione in valute degli Istituti finanziari. Il tasso di interesse di riferimento fissato é il 18% e l'inflazione ha raggiunto circa il 20% nel 2023. La disponibilitá di valuta straniera resta comunque una questione cruciale per il Paese, ancora dipendente dalle importazioni per l'approvvigionamento di numerosi prodotti, tra cui quelli alimentari, ed é legata agli introiti della vendita del petrolio soggetti alle fluttuazioni internazionali dei prezzi. Per il 2024, l'Assemblea Nazionale ha approvato una tassa sui trasferimenti verso l'estero del 2,5% per le persone fisiche e 10% per le persone giuridiche con sede in Angola, nell'ambito di contratti di prestazione di servizi, assistenza tecnica, consulenza e gestione, operazioni sul capitale e trasferimenti unilaterali.

Per quanto riguarda la politica commerciale, l’Angola  ha aderito all’Accordo di libero scambio continentale, l’African Continental Free Trade Agreement (AfCFTA) e ha firmato - in occasione della II edizione del Business Forum Angola-UE, tenutosi a Luanda il 17 novembre 2023 - l'Accordo di Facilitazione degli Investimenti Sostenibili (SIFA). Il Paese è in procinto di avviare i negoziati per l’adesione all’Economic Partnership Agreement (EPA) tra l’UE e i Paesi della SADC.

 

 

Ultimo aggiornamento: 09/01/2024