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Governo Italiano
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Disponibilitą materie prime (ANGOLA)

Materia Prima Unitą 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023
Diamanti migliaia di carati 0.00 0.00 0.00 nd nd nd nd nd nd nd nd nd
Gas naturale terajoules 0.00 0.00 0.00 nd nd nd nd nd nd nd nd nd
Greggio migliaia di tonnellate 0.00 0.00 0.00 nd nd nd nd nd nd nd nd nd
Marmi e granito migliaia di tonnellate 0.00 0.00 0.00 nd nd nd nd nd nd nd nd nd

Osservazioni

E stata di recente introdotta la nuova disciplina sugli investimenti nel settore minerario. All’epoca del dominio coloniale portoghese, l’Angola vantava una limitata ma funzionale industria mineraria, dotata di collegamenti ferroviari tra i siti di estrazione e i porti, che alimentava uno stabile flusso di esportazioni. Con l’indipendenza, nel 1975, le attività estrattive sono cessate, con la sola eccezione dei diamanti, mentre decenni di conflittualità interna hanno distrutto le infrastrutture e disseminato il territorio di mine. Dieci anni dopo la fine della guerra, il Governo intende riaprire le cave  dismesse e riprendere le esplorazioni (è giá accertato che nel sottosuolo angolano vi sono grandi giacimenti di manganese, ferro, rame, oro, piombo, diamanti, cromo, alluminio, platino, fosfati).

Ferrovie, strade e porti sono in via di avanzato ripristino, mentre le attività di prospezione ed esplorazione sono state già avviate in diversi siti. A fronte di piani a medio termine per la costruzione di fonderie per l’alluminio e l’acciaio, che dovrebbero creare valore aggiunto per le esportazioni e numerosi posti di lavoro, resta aperto il problema della disponibilità in loco dell’energia elettrica necessaria a far funzionare gli impianti. E’ cominciata su scala nazionale una verifica geologica, affidata alla società russa Alrosa (in collaborazione con Giappone e Portogallo), per stabilire l’esatta localizzazione dei minerali e valutare l’entità delle riserve. Il valore di detta  prospezione è di 350 milioni USD, giá allocati nel bilancio pubblico 2013. I risultati dell’indagine, che verranno resi noti entro un anno, avranno grande importanza per l’avvio delle attività delle imprese minerarie internazionali, sin qui riluttanti ad impegnare le proprie risorse senza affidabili indicazioni sui giacimenti. Le società straniere interessate si sono espresse favorevolmente in merito al nuovo quadro normativo, soprattutto con riferimento all’accorpamento dei contratti di esplorazione e produzione, alla maggiore trasparenza nella concessione dei diritti minerari ed ai chiarimenti circa il regime fiscale e le quote di partecipazione che debbano essere detenute da soggetti angolani. Significativo è il fatto che il nuovo codice disponga che le concessioni relative ad aree di grande potenziale economico (diamanti, oro od uranio) debbono essere assegnate sulla base di una gara pubblica, anziché su decisione della Presidenza, con procedura riservata, come si verificava fino ad oggi. Sono inoltre state fissate regole ambientali più restrittive per l’immagazzinamento e il trasporto dei materiali e l’uso e lo smaltimento dei prodotti chimici.

Nel 2012 la produzione diamantifera dell'Angola é stata di 8,3 milioni di carati, pari ad un valore di 1,3 miliardi di dollari, poco piú dell’1% del PIL.