Politica economica (NIGERIA)
Sul mercato parallelo il cambio medio Naira Euro e’ passato da 215 Naira per un euro del 2015 a 780 Naira del gennaio 2023. La BCN segue una politica di riduzione e miglior controllo della enorme massa monetaria in circolazione, attraverso l’incentivazione degli scambi elettronici e con carte di credito/debito (cashless economy). Il Governo persegue una politica protezionistica in favore dell'industria nazionale. Sono applicati divieti alle importazioni o dazi ingenti, particolarmente sui prodotti agricoli: riso, pasta di grano (incentivando la produzione di cassava e altre farine alternative), carni bovine, prodotti ittici, zucchero etc. La Banca Centrale ha vietato l’acquisto di valuta estera per il pagamento di ulteriori 41 voci di beni che - potrebbero essere – secondo molti organi di stampa locali - prodotti localmente. Tra questi si leggono : riso, olio di palma ed oli in genere, pollami, pesce, metalli, mobili, ceramiche e materiali da costruzione, pomodori in scatola, saponi vari e vestiti. La Nigeria era in passato esportatore di olio di palma, arachidi, anacardi e cacao, ma dagli anni ’60, a seguito dello sfruttamento delle risorse petrolifere, l’industria e l’agro-industria hanno subito un tracollo. La Nigeria mira ora a riacquistare quote di mercato e diminuire l’attuale dipendenza dalle importazioni incentivando l’arrivo nel Paese di macchinari agricoli nonche’ la costruzione di impianti per la produzione di veicoli e altre componenti industriali al fine di favorire la rinascita di centri di produzione in loco. Sono altresì perseguite politiche di privatizzazione, attuate nelle telecomunicazioni e nella produzione di elettricità. Ancora limitati sono gli scambi commerciali tra membri della Comunita’ Economica dei Paesi dell’Africa Occidentale (ECOWAS- CEDEAO), in media tra l’1% e il 3% (UN ComTrade): su di essi pesano le scarse politiche di integrazione, i costi dei trasporti e l’interesse a proteggere, comunque, le industrie nazionali.