Politica economica (ISRAELE)
La pandemia da COVID-19, è stata contenuta dal punto di vista sanitario, ma ha scatenato una profonda recessione, la prima nell’ultimo ventennio, che ha spinto il Governo a intervenire a marzo 2020 con un pacchetto di aiuti per 135 miliardi di NIS (circa 34 miliardi di euro). Nei mesi successivi, alla luce del perdurare della recessione, l'Esecutivo ha prorogato piu' volte (fino a tutto il 2021) i sussidi di disoccupazione, estendendo i benefici previsti per i lavoratori autonomi.
Alle misure economiche del Governo, si sono affiancate misure di politica monetaria della Banca Centrale d’Israele (BOI) che ha adottato una serie di strumenti finanziari a sostegno delle imprese, attraverso l’acquisto di titoli di Stato, acquisti di valuta estera e, per la prima volta, di obbligazioni societarie e riducendo il tasso ufficiale di sconto (da 0,25% a 0,1%). Si tratta del primo taglio del tasso d’interesse negli ultimi 5 anni, riportato al livello (0,1%) vigente dal 2015 al 2018. La BOI inoltre fornirà al sistema bancario prestiti al tasso fisso dello 0,1% per un periodo di tre anni con l’obiettivo di aumentare l’offerta del credito e sostenere in tal modo la liquidità delle PMI, onde facilitare il loro ritorno alla piena attività dopo l'emergenza Covid-19. Questi ed altri strumenti hanno consentito al mercato dei capitali di operare con stabilità anche se in uno scenario con molteplici fattori di rischio, e di sostenere l'attività economica anche in condizioni di enorme incertezza.
Inoltre la possibilità per le banche di dilazionare la restituzione dei prestiti sta dando un po’ di respiro ad imprese e famiglie, soprattutto per quei settori economici duramente colpiti dalle chiusure e per coloro che hanno perso il lavoro a causa dell’arresto delle attività economiche.