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Aspetti Normativi (ISRAELE)

 

ASPETTI NORMATIVI E LEGISLATIVI

Regolamentazione degli scambi

In quanto membro del WTO dal 1995 e dell’OECD dal 2010, Israele è ufficialmente promotore dell’economia di mercato e partecipa alla regolamentazione degli standard internazionali in diverse materie. Il sistema di importazione è piuttosto semplice e inclusivo: sono limitati solo alcuni prodotti (ritenuti pericolosi), mentre per altri è richiesta una specifica documentazione, per accertare il rispetto degli standard previsti. Una nota a parte merita il settore dei diamanti, il cui import/export è regolato direttamente dal Governo mediante il Diamond Controller in seno al Ministero dell’Economia, che supervisiona la quantità di diamanti importabili e/o esportabili. Nel complesso, Israele segue il sistema armonizzato (HS code) per definire i termini dell’import nei propri confini. Israele ha siglato diversi accordi commerciali sia multilaterali che bilaterali con i principali Paesi industrializzati. Tra gli accordi multilaterali si menzionano quelli con l’UE, l’EFTA e il MERCOSUR. Tra quelli bilaterali, i FTA con Stati Uniti, Bulgaria, Canada, Repubblica Ceca, Ungheria, Messico, Polonia, Romania, Slovenia, Repubblica Slovacca e Turchia. Inoltre, si prevede un accordo di libero scambio anche con la Cina. Nel 2018 si rafforza il rapporto tra Italia e Israele tramite la firma di ulteriori accordi fra ministeri della difesa dei 2 Paesi sulla cooperazione militare per l’interscambio di tecnologia e prodotti militari.

Sdoganamento e documenti di importazione

Le procedure per lo sdoganamento e le importazioni di merci in Israele sono regolate da una serie di distinti provvedimenti, tra cui: il Free Import Order, che elenca i beni che necessitano di una speciale autorizzazione; il Customs Act, che spiega le procedure per lo sdoganamento, ossia supervisione, ispezione, registrazione, obbligazioni, immagazzinamento, pagamento dei dazi; il Customs Rate and Purchase Tax, che distingue le tariffe doganali in tre categorie (Paesi Generali, Paesi UE/EFTA, Paesi con cui Israele ha stipulato dei FTA, e specifica le tariffe doganali, classificate in base al sistema armonizzato); il Customs Regulations File, che include le regole amministrative dela dogana; il Trade Levy Order, che elenca i casi di soprattasse previsti per dalla Trade Surcharges Law, 5751-1991; la Consumer Protection Law, che illustra le modalità previste per l’etichettatura dei beni importati. Per poter importare in Israele sono necessari una licenza emessa dal Ministro dell’Economia e dell’Industria e un certificato dello Standard Institute, che certifichi se il prodotto è conforme agli standard israeliani. Sono inoltre richiesti la lettera di carico, la dichiarazione d’origine, la dichiarazione di importazione e l’elenco di imballaggio. Si sottolinea che le procedure sono semplificate per i Paesi con cui Israele ha siglato degli accordi di libero scambio.

Classificazione doganale delle merci

Israele, in quanto membro del WTO, segue il cosiddetto sistema armonizzato (Harmonized System), HS.

Restrizione alle importazioni

Le restrizioni sono applicate su merci provenienti da Paesi con i quali Israele non ha rapporti diplomatici, su merci pericolose, strumentazioni militari e altre merci specificate sulla tariffa doganale.

Importazioni Temporanee

Israele ha aderito all'ATA Carnet Convention, con cui le Camere di Commercio di tutto il mondo intendono semplificare le importazioni temporanee o i transiti di vari beni tra i Paesi firmatari. In altre parole, il Paese che importa temporaneamente tali prodotti non vi applica tasse né cauzioni. Tali beni sono inoltre esenti dalle regolamentazioni non-tariffarie del Paese di transito e devono rispettare solo i requisiti previsti dal Paese di destinazione[1].  

 

Attività di investimento e insediamenti produttivi nel Paese

Fin dai suoi albori, Israele ha incoraggiato gli investimenti di capitali e domestici e stranieri mediante l’Encouragement of Capital Investment Law del 1959, in base al quale il Governo concede notevoli vantaggi alle ‘’imprese autorizzate’’, ossia quelle compagnie che hanno delle partnership in Israele o che sono esse stesse registrate in Israele. Tale aiuto consiste in finanziamenti a sostegno dell’investimento, ma anche in riduzioni delle aliquote dell’imposta sulle società. Una delle condizioni per ricevere il contributo statale è che almeno il 30% dell’investmento totale sia finanziato dai proprietari e pagato con capitale azionario. Il montante dei finanziamenti ricevuti varia a seconda del tipo di attività dell’impresa, ad esempio qualora si tratti di un’industria il montante può raggiungere il 24% dell’investimento totale. Esiste inoltre la possibilità di permutare il finanziamento e con un’esenzione totale dalle imposte per un periodo concordato con le autorità.

Normativa per gli investimenti stranieri

La Law for protection of public health (food) del 2016, nota come Cornflakes Law, mira a facilitare le importazioni al fine di agevolare una maggior competizione nel Paese e quindi una diminuzione dei prezzi. Si riducono i documenti da presentare rimpiazzando la certificazione del produttore con una semplice lettera dell’importatore, con cui descrive la merce in questione. Viene pertanto enfatizzato il ruolo di importatori ed esportatori, ma altresì le sanzioni in caso di violazione delle normative. Ogni importatore deve essere registrato e deve sottoporre una dichiarazione con cui assicura che il prodotto rispetta i parametri previsti. La dichiarazione deve includere i dettagli dell’importatore, la specificazione del cibo importato, lo scopo dell’import (consumo, produzione e via dicendo), il suo peso e i dettagli del produttore. Tutti i prodotti alimentari devono essere etichettati opportunamente secondo le normative vigenti e tutti i documenti relativi all’importazione dei beni devono essere conservati dall’importatore per almeno un anno dopo l’operazione. Parimenti l’importatore deve tener nota di tutte le parti a cui i prodotto viene fornito. Questa Legge presenta alcune restrizioni, in quanto non si estende ai cosiddetti beni sensibili (carne, prodotti caseari, cibi per neonati, ecc.) per i quali il Ministero della Salute conserva l’ultima parola.

Legislazione Societaria

La Legge sulle Società del 1999 regola le forme di società. Le tipologie sono le seguenti: società di una persona; società privata; società pubblica, che agisce in accordo ai requisiti della Legge sui Titoli Israeliana, registrando le sue azioni nel mercato azionario o offrendole al pubblico rispettando i parametri fissati dalla Legge; società estera, qualunque società straniera che stabilisce un ufficio in Israele e figura nel Registro delle Società quale ‘’compagnia straniera’’; organizzazione no-profit; cooperativa; partnership. La Legge è stata emendata nel 2016, al fine di eliminare le discrepanze sussistenti tra il sistema che regola le società israeliane e quello relativo alle compagnie straniere.

 

Brevetti e proprietà intellettuale 

La Legge sui Brevetti del 1967 definisce e tutela i brevetti. La registrazione di un nuovo brevetto avviene a cura dell’Israel Patent Office (IPO), che fa capo al Ministero della Giustizia. Dal 1966, Israele è membro del Patent Cooperation Treaty (PTC) e ha aderito al Protocollo di Madrid per la protezione dei marchi di fabbrica. Nel 2008 è entrato in vigore il Copyright Act per la proprietà intellettuale.

 

 

Sistema Fiscale

Anno Fiscale: gennaio – dicembre.

Imposta sui redditi delle persone fisiche: sia per gli impiegati che per i lavoratori autonomi, è previsto un sistema fi scale incrementale a partire da 10% di aliquota per i redditi più bassi.

 

Reddito Annuale (€)

Aliquota Fiscale

1 – 17.389

10%

17.389 – 24.937

14%

24.937– 40.034

20%

40.034 – 55.635

31%

55.635 – 115,773

35%

115,773 e oltre

47%

 

Tassazione sulle attività d'impresa

Corporate tax, incluse le imposte sul reddito e le imposte sulle società, sono fissate al tasso del 23% nel 2018.

 

Imposta sul valore aggiunto (VAT): 17%

 


[1] Alcuni Paesi, tra cui Israele e taluni membri dell'UE, autorizzano l'export di diamanti e gemme.

 

“Business Atlas 2020: guida agli affari in 56 mercati per il business italiano” a cura delle Camere di Commercio italiane all’estero.
Ultimo aggiornamento: 07/08/2020