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Aspetti Normativi (ARABIA SAUDITA)

L’Arabia Saudita rappresenta tradizionalmente un mercato stabile e attraente per gli investitori esteri, grazie alle risorse petrolifere, alla disponibilità di ottime infrastrutture e di un sistema bancario solido e regolamentato. Ne hanno beneficiato in passato soprattutto le multinazionali, in grado di superare con più facilità le non agevoli barriere all'ingresso.

La terza revisione della politica commerciale (trade policy review) dell'Arabia Saudita, eseguita nel quadro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) per il periodo 2016-20, è stata finalizzata ad inizio 2021 ed ha messo a fuoco i progressi compiuti sul versante della semplificazione delle procedure doganali e la rimozione di diverse restrizioni agli investimenti stranieri, che hanno in particolare privilegiato i settori dei trasporti, telecomunicazioni, immobiliare, salute e biotecnologie. Gli investitori esteri possono oramai operare in quasi tutti i settori economici, fatto salvo quelli ricompresi nella cosiddetta "negative list" (ad esempio minerario, petrolifero, difesa e l’immobiliare nelle citta’ sacre di Mecca e Medina), sottoposta ad approvazione governativa e da ultimo aggiornata nel 2018. Gli investitori sono liberi di trasferire i profitti all'estero e di sponsorizzare dipendenti stranieri, purché soddisfino le quote di impiegati sauditi previste dal programma di "saudizzazione" del mercato del lavoro. L'accesso al mercato è stato ulteriormente facilitato con l'adozione della normativa in materia di competizione, con l’obiettivo di contrastare e prevenire le pratiche monopolistiche.

In questo contesto, nota rilevare che l’Arabia Saudita non e' parte di alcuna controversia in ambito OMC, avendo tra l'altro firmato il Trade Facilitation Agreement nel 2016, che favorisce l’apertura internazionale del paese agevolando la movimentazione di merci in entrata, uscita e transito con procedure doganali allineate con il resto della comunità OMC.

Nel quadro della recente policy review dell’OMC, sono state anche apprezzate le recenti riforme in attuazione della Vision 2030 volte a migliorare il clima economico (business environment) ed accrescere l’attrattività dell’Arabia Saudita tra gli investitori. Nuove agenzie esecutive ed autorita’ di controllo sono state istituite per migliorare l’efficacia della macchina amministrativa e creare singoli uffici (one-stop shops) per l’interfaccia con imprese e cittadini (l’Autorità Generale per il Commercio Estero ed il nuovo sistema di Business Council con i principali partner internazionali; il rinnovato Ministero degli Investimenti con i suoi Business Centre per le licenze; l’Autorita’ per promuovere le piccole e medie imprese e l’Autorita’ per la lotta alla corruzione).

Tra le ulteriori riforme regolamentari, l’OMC ha valutato positivamente la nuova legge in materia di commercio elettronico (e-commerce) e l'impegno per il rispetto dei diritti di proprieta' intellettuale con l’istituzione di un’agenzia dedicata (Autorità saudita per la proprietà intellettuale – SAIP).

Il nuovo sistema di governance promosso dalla Vision ha permesso all’Arabia Saudita di scalare posizioni nelle graduatorie di Doing Business della Banca Mondiale (nel 2020 il paese si e’ collocato al 62mo posto su scala globale e tra i 10 migliori paesi riformatori) e del Global Competitiveness Index del World Economic Forum (nel 2019 al 36mo posto). 

Sul piano della diversificazione dell’economia, che costituisce una priorità nel quadro dalla Vision 2030, sono stati evidenziate positivamente le misure di sostegno alle start-ups e alle PMI ed i provvedimenti volti a sostenere il partenariato pubblico-privato e a favorire lo sviluppo di zone economiche speciali (Economic Cities e Special Economic Zones, per le quali è stata costituita una apposita Autorità governativa – ECZA).

In termini di criticità, è stato messo in evidenza il trattamento ineguale tra soggetti nazionali ed internazionali nel prelievo dell’imposta sul reddito delle società (corporate income tax), nonché l’ostruzionismo nelle procedure doganali per le merci provenienti dalla Turchia (ovvero la pratica di boicottaggio informale dei prodotti turchi messa in atto dal 2019) e la decisione di alzare i dazi doganali per alcuni prodotti durante la pandemia.

 

WTO Trade Policy Review (2021)
Ultimo aggiornamento: 23/05/2021