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14/10/2014 - Dal 2022 al via produzione gas di scisto

Dal 2022 al via produzione gas di scisto

ALGERIA – Dovrebbe cominciare a partire dal 2022, la produzione in Algeria di gas di scisto, o shale gas, il cui sfruttamento è stato approvato questa estate dal governo di Algeri.

“L’Algeria può cominciare a estrarre lo shale gas già nel 2022, se i progetti previsti vengono realizzati in modo corretto – ha detto l’amministratore delegato di Sonatrach, Said Sahnoune – Entro il 2025, potremmo essere in grado di produrre fino 10 miliardi di metri cubi di gas di scisto”.

Diverse grandi aziende di idrocarburi hanno manifestato il proprio interesse, tra cui l’Eni, la Shell, la Talisman, la Exxon o la Anadarko, già pre-qualificate per l’esplorazione nei bacini di Tindouf, Ahnet / Timimoun, Reggane, Berkine-Ghadames, Illizi e Mouydir.

In base alle stime diffuse dalla compagnia petrolifera algerina, il gas naturale presente in queste aree sarebbe pari a 4940 trilioni di piedi cubici (equivalenti a circa 148.000 miliardi di metri cubi).

Lo sfruttamento del gas di scisto, o shale gas, è altamente controverso, per il suo metodo di estrazione, la fratturazione idraulica (o fracking), che consiste nell’iniettare un miscuglio di acqua, sabbia e composti chimici sotto pressione, all’interno di formazioni rocciose perché queste si rompano e rilascino il gas.

Il rischio principale, oltre alle ingenti quantità di acqua necessarie e all’impatto ambientale, è quella della contaminazione delle falde acquifere. Benefici esigui, costi di produzione elevati e volatilità dei prezzi sono altri ostacoli evidenziati dagli esperti.

Attualmente gli unici paesi a sfruttare commercialmente gli idrocarburi non convenzionali sono gli Stati Uniti, il Canada e la Cina. In Africa, oltre all’Algeria, anche il Sudafrica ha già approvato una legge per consentire di avviare l’esplorazione. [MV]

Notizia segnalata da
InfoAfrica www.infoafrica.it