Con quasi 90 mila farmacie nel Paese, il Brasile dovrebbe avviare un nuovo ciclo di investimenti nel settore a partire dal 2021. Nonostante il contesto di incertezza nel mercato dei consumatori, la domanda resta accelerata. Una maggiore preoccupazione per le persone rispetto alla propria salute e le offerte record di azioni nel 2020, che hanno portato a un aumento della liquidità, dovrebbero sostenere la velocità delle aperture di nuovi punti e aumentare il tasso di crescita delle vendite. La proiezione dell'Associazione Abrafarma è di un bilancio finale positivo, tra aperture e chiusure, di circa 900 unità nel Paese quest'anno, il volume più alto dal 2018 e più del doppio dello scorso anno quando il saldo è stato di 400 unità. Il totale passerebbe da 8,3 mila negozi nelle catene associate a 9,2 mila tra il 2020 e il 2021. L'associazione rappresenta quasi la metà delle vendite nelle farmacie del Paese. Sempre secondo Abrafarma nel 2020 la crescita dei ricavi è stata dell'8,8% mentre con la domanda generata dai 900 negozi aperti, le vendite dovrebbero aumentare di circa il 10%. Considerando che un punto vendita “maturo” realizza, in media, 7 milioni di R$ di vendite al mese, se 900 farmacie raggiungeranno questo risultato, i ricavi saranno pari a poco più di 6 miliardi di R$ in 12 mesi. Tale importo equivale appunto a un aumento del 10% dei ricavi del settore. Trattasi di un risultato dovuto solo alle nuove aperture, mentre esiste anche la crescita naturale del mercato.  Se questo tasso di aumento di quasi il 9% si dovesse ripetere nel 2021 e  le nuove aperture fossero in grado di offrire metà del loro potenziale di crescita, il settore raggiungerebbe un aumento delle vendite del 14% durante l'anno. Nella seconda metà del 2020 si è osservato infatti un aumento delle vendite di farmaci, risultato del ritorno di interventi chirurgici e visite mediche.  Fonte: Valor Economico.

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ICE Agenzia San Paolo