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Relazioni internazionali (ROMANIA)

La Romania è entrata nell'Alleanza Nord Atlantica nel 2004 e nell'Unione Europea nel 2007. La situazione di instabilità del quadrante sud-orientale europeo, generata dalla guerra in Ucraina, ha riproposto la Romania quale “Paese di frontiera”, accrescendo l’importanza del rapporto di Bucarest con Washington e con la NATO.

Nell'ambito della NATO, la Romania ha ottenuto nel 2015 la costituzione di un comando NATO sul suo territorio; l’istituzione di un centro di addestramento navale sul Mar Nero sostenuto dagli USA; l’attribuzione dello status di “Nazione quadro” nel Fondo fiduciario per la cyber sicurezza in Ucraina. Tali decisioni, unite al generale rafforzamento del fianco sud-est dell’Alleanza, sono state viste a Bucarest come un riconoscimento del ruolo di attore chiave a livello regionale, ulteriormente rinforzato durante la crisi Ucraina. 

Per far fronte agli impegni derivanti dall’appartenenza alla NATO, le spese militari romene hanno raggiunto il 2% del PIL già nel 2017, a seguito di un accordo politico tra tutti i partiti sostenuto dal Presidente Iohannis. Le Forze armate romene dispongono di 72.000 effettivi, il numero più alto dell’Europa centro-orientale, dopo la Polonia.

In ambito UE rivestono importanza prioritaria per la Romania la fine del Meccanismo di Cooperazione e Verifica (MCV) e l’ingresso nello Spazio Schengen; l’ingresso nell’Eurozona; la cooperazione tra l’UE e i Paesi che si affacciano sul Mar Nero; la cooperazione tra gli Stati attraversati dal Danubio (strategia dell’UE per il Danubio).

L’ingresso nell’Area Schengen, inizialmente previsto per il marzo 2011, è stato posticipato a più riprese. Allo sforzo di carattere tecnico e infrastrutturale per soddisfare i criteri imposti dall’UE, si è aggiunta la necessità di rassicurare i partner europei, preoccupati che l’ingresso nello Spazio Schengen di Romania e Bulgaria possa rendere più vulnerabili le frontiere dell’Unione e, sul piano interno, favorire l’emigrazione delle fasce più deboli dei due Paesi.

La questione dell’adesione si è nel tempo strettamente legata, per volontà dei partner contrari all’adesione, a partire dall’Olanda, alla performance del Paese nel quadro del MCV, relativo alla lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Nel rapporto del novembre 2020, la Commissione ha ancora evidenziato luci ed ombre negli sforzi compiuti dalla Romania in materia di indipendenza del sistema giudiziario e lotta alla corruzione.

Bucarest considera l’ingresso nella zona Euro un obiettivo ineludibile e per certi versi obbligato, cui si frappongono però non pochi ostacoli. Per quanto il Paese abbia conosciuto prima della pandemia buoni livelli di crescita, non sono stati ancora soddisfatti tutti i criteri di convergenza. Pesano inoltre la mancata privatizzazione delle industrie statali, l’assenza della liberalizzazione dei prezzi dell’energia e la mancanza di una politica economica e fiscale stabile e prevedibile. Non ultima, si avverte la necessità che l’ingresso nell’Euro avvenga quando sarà cresciuto il livello salariale dei romeni, attualmente uno dei più bassi a livello europeo. 

La Romania ha intrapreso il cammino di accesso all'OECD a inizio 2022. Il Paese intende attuare un piano ambizioso di riforme (alcune delle quali previste già nel PNRR nazionale) per convergere con i valori e le prassi dell'Organizzazione. 

 

 

Ultimo aggiornamento: 25/07/2023