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Quadro macroeconomico (MOZAMBICO)

La congiuntura economica mostra segni di ripresa dopo la recessione registrata nel 2020. Nel 2022, l'economia è cresciuta del 4,1%, spinta dall'aumento della produzione agraria e dai prezzi delle materie prime, così come dalla ripresa post-pandemica dei servizi. La crescita dovrebbe raggiungere il 4,9% nel 2023.

Il Mozambico ha continuato ad adottare prudenti misure monetarie e politiche fiscali volte a contenere il deficit pubblico per tenere l’inflazione nel limite previsto dalla Banca Centrale e garantire un livello adeguato di riserve internazionali. Ciononostante, a causa delle crisi globali l’inflazione ha sensibilmente accelerato attestandosi a fine 2022 sopra la soglia del 10%. Nel contempo, la Banca Centrale si è vista costretta a impiegare parte delle riserve internazionali per l'importazione dei carburanti.

In ambito finanziario, nel 2019 è stato raggiunto un accordo tra Governo e creditori privati per la ristrutturazione di circa un terzo dei c.d. “debiti occulti” (oltre 2 miliardi di dollari contratti sui mercati internazionali con garanzie sovrane, ma senza la necessaria autorizzazione del Parlamento). Ciò tra l’altro ha contribuito alla progressiva normalizzazione dei rapporti con il FMI, con il quale è stato recentemente concluso un accordo per un finanziamento di 456 milioni di dollari nell'ambito della Extended Credit Facility, aprendo così la strada ad altri donatori multilaterali (in primis la Banca Mondiale) e bilaterali.

Il debito pubblico è ancora elevato: secondo le stime si attesterebbe ben oltre il 100% del PIL a fine 2022, sebbene in un percorso di riduzione rispetto ai picchi del 2020. In questo quadro, si segnalano le iniziative di moratoria sul servizio del debito del FMI e del Club di Parigi, che hanno consentito al Paese di non distrarre importanti fondi dal settore sanitario e sociale. La bilancia commerciale registrava a fine 2022 un disavanzo considerevole (il 33% del PIL).

Le ripresa economica è trainata dal settore primario e dai servizi, in conseguenza dell'allentamento delle misure anti COVID. Le potenzialità del settore agricolo in particolare sono molte, ma non pienamente sfruttate se si pensa che l'agricoltura di sussistenza conta per il 95% della produzione, mentre gli agricoltori "commerciali" contribuiscono solo per il 5%. Il Mozambico dispone di 36 milioni di ettari di terra coltivabile, dei quali viene sfruttato solo il 9%. Anche per tali motivi il rendimento della coltivazione di cereali resta bassissimo (835.1 kg/ha).

Nonostante le difficoltà della congiuntura, la prospettiva di medio-lungo periodo resta positiva, anche se soggetta all'andamento dei mega progetti di sfruttamento del gas naturale nel Nord del Paese. La francese Total ha avviato nel 2019 un investimento da 20 miliardi di euro per l’estrazione e la liquefazione del gas naturale (ora sospeso per ragioni di sicurezza); l’ENI (in un consorzio alla pari con l’americana ExxonMobil) ha gia’ iniziato nel 2017 un progetto off-shore da 7 miliardi di dollari che è entrato in produzione a novembre 2022. La Final Investment Decision (FID) per un ulteriore progetto on-shore è stata rimandata da Exxon, e non verrà riconsiderata nell'immediato. In controtendenza la sudafricana Sasol che sta investendo 755 milioni di dollari a Inhambane. Il FMI stima che, con l'avvio dei progetti, il Paese potrà registrare forti tassi di crescita (13,9 % nel 2026).  

In vista degli introiti attesi per lo Stato dai mega progetti (circa 96 miliardi di dollari), il Governo ha sottoposto al parlamento un progetto di legge per la creazione di un “Fondo Sovrano” finalizzato a garantire la massimizzazione dei guadagni, in un'ottica intergenerazionale, e a contrastare eventuali shock negativi sull'economia derivanti riduzioni del prezzo del gas, diversificando l’economia.

Ultimo aggiornamento: 13/03/2023