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Quadro macroeconomico (KENYA)

Il Kenya e’ la principale economia dell’East Africa e uno dei più importanti mercati dell’Africa Sub-Sahariana. Da quasi 10 anni l’economia del Paese registra costanti tassi di crescita che oscillano tra il 4 e il 6%, fatta salva la parentesi del COVID. Il Kenya ha dato prova di grande "resilienza" durante la pandemia, con un importante rimbalzo al 7,5% per cento nel 2021, rispetto al - 0,2% del 2020. A guidare la ripresa è stato il settore dei servizi, che di per sé rappresenta oltre il 50% del PIL.

Le previsioni sull’andamento dell’economia del Kenya sono ora positive. Per i prossimi tre anni si prospetta una crescita del 5% sostenuta prevalentemente dai settori dei servizi, delle telecomunicazioni, dagli investimenti in ambito infrastrutturale, dalle riforme in ambito commerciale e istituzionale e da una maggiore integrazione regionale. Questo scenario di crescita è inoltre supportato dal consolidamento e dall’ulteriore incremento della classe media e della sua capacita' di consumo.

La spina dorsale dell’economia keniana resta il settore agricolo. Il 65% dell’export del Kenya deriva infatti da tale settore, che alterna livelli produttivi elevati all’interno di alcune grandi aziende e piantagioni ma che, per tanta parte, appare ancora improntato alla sussistenza familiare o della comunità, dove si registrano scarsi livelli di tecnologia, bassa produttività e totale dipendenza dalle piogge.

Il settore manifatturiero, anche se registra ampi spazi di crescita, rappresentando solo l’11% del PIL, è comunque quello più avanzato nella regione e in futuro potrebbe registrare incrementi considerevoli. L’industrializzazione riveste infatti un’importanza strategica nell’agenda di sviluppo sociale ed economico del Paese e potrebbe contribuire al trasferimento di know-how e alla creazione di posti di lavoro. Il settore dei servizi, soprattutto l’ITC, negli ultimi anni, è quello che ha riportato tassi di incremento maggiori, rendendo il Kenya uno dei paesi africani più avanzati in termini di connettività, prossimo ai livelli europei.

Il settore turistico, negli anni recenti, a causa del peggioramento del quadro di sicurezza prima e della pandemia poi, ha subito un evidente contraccolpo, che ha tuttavia comportato anche un cambiamento quantitativo, con l'apertura di nuovi flussi rispetto a quelli, tradizionali, europei. Il settore valeva il 9% del PIL keniano nel 2019 e 1,5 milioni posti di lavoro, ed è cresciuto del 52,5% nel 2021, dopo aver fatto segnare un - 48% nel 2020. Sebbene la soglia dei 2 milioni di visitatori del 2019 sia ancora lontana e non si preveda di raggiungerla prima della fine del 2023, il livello di entrate dirette generate dal turismo nel 2022 è stato già molto vicino a quello di tre anni fa, segnalando quindi un cambiamento qualitativo nella tipologia e nel reddito dei visitatori in arrivo.

Il Kenya e’ pero’ chiamato ad affrontare e risolvere le carenze strutturali che limitano il potenziale di sviluppo. Su tutti, snellimento burocratico per facilitare il commercio regionale e lotta efficace alla corruzione.

Dal punto di vista macroeconomico analisti ed economisti hanno recentemente sollevato preoccupazione rispetto alla sostenibilità del debito pubblico del Paese. FMI, Banca Mondiale e BEI hanno comunque sottolineato di non essere particolarmente allarmati dall’emergenza debitoria nel medio-lungo periodo, sempre che il Kenya segua la via del rigore fiscale e del rispetto degli obblighi finanziari. Un equilibrato rapporto tra crescita economica e maggiore inclusione sociale rimane la principale sfida che queste autorità sono chiamate ad affrontare.

Ultimo aggiornamento: 18/06/2023