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Governo Italiano
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Breadcumbs

Cosa vendere (CANADA)


Macchinari e apparecchiature

L’enfasi sul settore degli impianti produttivi alimentari e dei sistemi di imballaggio e confezionamento, che è uno dei 15 comparti di riferimento del progetto Machines Italia, è giustificato da una serie di considerazioni riguardanti sia le caratteristiche del mercato e della domanda locale, sia le prospettive di sviluppo a breve-medio termine, che a nostro avviso, offrono concrete opportunità di espandere l’offerta di tecnologie avanzate dall’Italia ed aumentare la quota di mercato del nostro paese. Il settore alimenti e bevande ha un valore di 117,8 miliardi CAD, rappresenta il 17% del totale delle vendite manifatturiere, il 3% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nazionale (2° grande industria manifatturiera) e impiega circa 300.000 posti di lavoro. Fornisce, inoltre, circa il 70% di tutti i prodotti alimentari e delle bevande disponibili nel paese. Solo il settore agricolo primario ha un valore di 31,9 miliardi CAD, ossia il 1,6% del PIL, e impiega 241.500 persone. Sono presenti circa 190.000 aziende agricole, le fattorie coprono 62,2 milioni di ettari (6,3% della superficie) e si concentrano nella zona delle Prairies (Alberta, Saskatchewan, and Manitoba), Quebec e Ontario meridionale. Nel 2022 l’importazione in Canada di macchinari e attrezzature agricole sono state pari a circa 7,30 miliari CAD con gli Stati Uniti al primo posto (4,49 mld CAD), seguito dalla Germania, Cina, Giappone e Belgio. L’Italia si colloca in ottava posizione. L’export italiano in questo settore ha raggiunto i 130 milioni di CAD nel 2022, il trend di crescita è positivo con un aumento delle esportazioni del +1,79% rispetto all’anno precedente. L’Italia si posizione inoltre nel settore dell’imballaggio e confezionamento al terzo posto tra i principali fornitori in Canada di prodotti in polistirene espanso (1,44 mln di CAD su un totale di 482 mln di importazioni), quinto posto nella fornitura di contenitori in cartone (4,6 mln di CAD su un totale di 495 mln di CAD).

Principali aziende del settore
  • Fatturato: Da 10 a 15 milioni di €
  • Fatturato: Da 15 a 20 milioni di €
  • Sito Internet: www.unifiller.com
  • Fatturato: Da 25 a 30 milioni di €
  • Sito Internet: www.amfbakery.com
  • Fatturato: Da 30 a 35 milioni di €
  • Sito Internet: http://www.invensys.com/
  • Fatturato: Da 15 a 20 milioni di €
  • Sito Internet: www.doyon.qc.ca
Prodotti alimentari

IL SETTORE DEI PRODOTTI ALIMENTARI.  Nel 2022 l’importazione in Canada di prodotti agroalimentari (bevande alcoliche escluse) sono state pari a circa 38 miliardi CAD con gli Stati Uniti al primo posto (circa 22 mld CAD), seguito dalla Cina e dal Brasile. L’Italia si colloca in quarta posizione. Infatti, nel 2022 per la prima volta, l’export dei prodotti alimentari italiani in Canada, ha superato il miliardo di dollari canadesi (1,08 mld CAD), registrando un aumento del +11,5% rispetto all’anno precedente. In generale, il mercato canadese rimane sempre in crescita per i prodotti agroalimentari Made in Italy, in particolare l'olio d'oliva, il formaggio, la pasta e i prodotti della salumeria. Tra i principali prodotti alimentati esportati c’è la pasta (nella grande distribuzione, la pasta italiana è presente con un’ampia varietà), l’olio extravergine di oliva (127 mln CAD nel 2022); i formaggi (139 mln CAD). Nel 2022, l’Italia è il secondo paese fornitore del Canada di pasta alimentare (circa 139 mln CAD) dopo gli USA che detengono una quota di mercato all’importazione del 70%. I marchi più noti al consumatore canadese quali Barilla, DelVerde, DeCecco, sono disponibili pressoché ovunque mentre nei negozi specializzati e gourmet stores è reperibile una grande varietà di prodotti di nicchia e di alta qualità. Le importazioni di salumi con stagionatura superiore ai 30 giorni sono consentite dal 2010 grazie agli accordi tra la Canadian Food Inspection Agency (CFIA) e l’Unione Europea, solo dagli stabilimenti autorizzati. L’esportazione di prodotti alimentari verso il Canada è regolamentata dall’accordo commerciale stipulato tra l’Unione Europea e le competenti Autorità Canadesi. Il 21 settembre 2017 l’EU-Canada Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA) è entrato in vigore in via provvisoria rendendolo così applicabile quantomeno nei capitoli principali. ll CETA come qualsiasi altro accordo commerciale è tuttavia subordinato alle regole internazionali dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e pertanto dal punto di vista sanitario, nulla cambia rispetto ai principi di prevenzione sanitaria e fitosanitaria fissati nell’ SPS Agreement che detta i requisiti basilari per la sicurezza alimentare e la salute degli animali e delle piante nell’ambito del commercio internazionale. È quindi all’interno del EU-Canada Sanitary and Phytosanitary (SPS) Joint Management Committee (JMC) che viene verificata l’equivalenza tra le rispettive norme sanitarie così come la necessità di adottare eventuali misure di controllo aggiuntive per l’ingresso dei prodotti agroalimentari scambiati tra le parti. La normativa vigente in Canada (Safe Food for Canadian Regulation), affidando agli importatori canadesi la responsabilità della sicurezza sanitaria delle merci introdotte, dà loro la possibilità di richiedere informazioni ai produttori Italiani per la verifica di conformità e delle modalità di autocontrollo poste in essere (prerequisiti ed HACCP).

Principali aziende del settore
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Sito Internet: www.westonfoodscanada.ca
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Sito Internet: www.casco.ca
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Sito Internet: www.mccain.com
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Sito Internet: www.kraft.com
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Sito Internet: www.saputo.ca
Bevande

Per quanto riguarda l’industria delle bevande invece il Canada ha importato un ammontare pari a 6,82 miliardi CAD. Gli Stati Uniti sono il primo fornitore di bevande in Canada con 2,29 mld di CAD, seguito dalla Francia con 1,05 mld di CAD, e al terzo posto si colloca l’Italia con più di 800 milioni di CAD. Nel 2022 l’export italiano di bevande (perlopiù vini e alcolici) ha registrato un aumento del 10,1% rispetto all’anno precedente. Pur avendo registrato negli ultimi anni una crescita costante il prodotto italiano soffre dall'agguerrita concorrenza francese e statunitense (principalmente californiano). Come è noto, il Canada è uno dei pochi paesi dove ancora la commercializzazione dei prodotti alcolici avviene in regime di monopoli provinciali. I monopoli provinciali controllano tutti gli aspetti dell’importazione, della distribuzione e della vendita al dettaglio, che avviene in negozi gestiti dagli stessi enti (ad eccezione della provincia dell’Alberta, che ha liberalizzato la vendita, e British Columbia, Saskatchewan e Manitoba, dove i rivenditori privati competono con i negozi di liquori). I buyers dei monopoli sono, inevitabilmente, influenzati dai trend di vendita, e su questa base orientano i programmi futuri di acquisto. In genere i monopoli sono quindi restii ad introdurre nuove tipologie di prodotti, se non sussistono all’interno delle categorie “paese” delle dinamiche positive di vendita. Nella ricerca di controparti locali gli uffici ICE sono in grado di effettuare ricerche specifiche finalizzate all'individuazione di agenzie specializzate, primo passo fondamentale nell'approccio al mercato. Il Canada rappresenta un mercato di grandi opportunità ed il CETA contiene diversi benefici di rilievo. In particolare bisogna sottolineare la rilevanza degli impegni contenuti nell’allegato 30 C del CETA che prevede una progressiva eliminazione delle differenze delle maggiorazioni applicate dalle province canadesi. Alcuni importanti passi in avanti sono stati fatti dalle province del Quebec e dell’Ontario dove sono stati ridotti i costi differenziali del servizio sui vini importati dall’Unione europea. Permangono invece diverse restrizioni sui canali di vendita ai quali possono accedere solo i prodotti di origine canadese. Infine, persiste l’applicazione di elevati mark up sugli spiriti in talune province, come ad esempio la Nova Scotia.

Principali aziende del settore
  • Fatturato: Da 1 a 5 milioni di €
  • Fatturato: Da 15 a 20 milioni di €
  • Fatturato: Da 20 a 25 milioni di €
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
Prodotti delle miniere e delle cave

L'industria mineraria ha un notevole peso nell’economia Canadese, ed è sostenuta da una grande diversità di risorse: sono oltre 60 i metalli e minerali presenti sul territorio che costituiscono la grande dotazione geologica del paese. Grazie alle sue ricche risorse il Canada è il primo produttore mondiale di Potash, secondo di niobio e terzo di palladio. Il 57% delle società minerarie mondiali sono listate sulla borsa di Toronto, il TSX. Nel 2021, il settore minerario canadese ha contribuito con circa 125 mld di CAD e rappresenta circa il 5% del PIL del paese. Il Canada è uno dei principali produttori mondiali di minerali critici, compresi quelli utilizzati nelle tecnologie avanzate per le batterie, come il cobalto, la grafite e il nichel. Il settore dei minerali, che comprende l'estrazione mineraria, la lavorazione primaria e la produzione di prodotti in metallo, ha impiegato direttamente ed indirettamente un totale di circa 600.000 persone nel 2021. Gli indigeni rappresentavano il 12% della forza lavoro dell'industria mineraria (16.500 posti di lavoro), rispetto all'8% nel 2011. L’estrazione mineraria è tra le industrie leader per la rappresentanza indigena. Dal 2000 al 2021 sono stati stipulati circa 524 accordi tra aziende operanti nell’industria estrattiva mineraria e le comunità indigene. Le esportazioni di prodotti minerali e metallici hanno raggiunto nel 2021 i 127 miliardi CAD, rappresentando il 22% delle esportazioni totali di merci del Canada. I tre principali paesi di destinazione sono gli Stati Uniti (69 mld CAD) rappresentano il 54% delle esportazioni, il Regno Unito (12 mld CAD) rappresentano il 10% delle esportazioni e la Cina (9 mld CAD) 7% del totale delle esportazioni.  Nel 2021, 3,6 miliardi di dollari sono stati investiti nell'esplorazione mineraria in Canada, il paese è leader mondiale nell’estrazione mineraria. Il Canada ha lanciato un piano del valore di 4 miliardi CAD per potenziare e rendere strutturale la propria produzione e fornitura di risorse minerari strategiche. La c.d. “Critical Minerals Strategy” si focalizza in particolare su 31 minerali considerati fondamentali per l’energia del futuro. Lo sfruttamento di questa tipologia di risorse è stato rimesso alle leggi del libero mercato. Negli ultimi dieci anni, tutte le province canadesi hanno registrato aumenti nella produzione di minerali, e le quattro province minerarie più importanti sono, nell’ordine, Ontario, British Columbia, Saskatchewan e Québec. Per quanto riguarda le importazioni d’ impiantistica, tecnologia, attrezzature, e macchinari per il settore minerario ed estrattivo (inclusi Oil and Gas), l’Italia è l’8° più importante fornitore del Canada, con una quota di mercato di poco superiore al 2,40%, pari a 55,49 milioni CAD nel 2022 rispetto ai 52,7 milioni CAD dell’anno precedente. Fra i principali concorrenti, nell’ordine, USA, Cina, Germania, Finlandia, Svezia, Regno Unito, India.  I primi tre paesi, congiuntamente, controllano oltre il 70% delle importazioni canadesi del settore.

Principali aziende del settore
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
Mobili

MOBILI - Il Canada ricopre un ruolo importante nel settore dell'arredamento internazionale. Quello canadese è un mercato grande, aperto, la produzione aumenta, anche se la crescita è modesta. Il Canada è il 11° maggiore produttore di mobili a livello mondiale con un profitto di circa 37 mld di CAD nel 2020. Nel 2021 i mobili per l’arredamento del salotto rappresentano la più larga porzione di mercato con un valore di circa 5,18 mld CAD, seguiti dai mobili per l’arredamento delle camere da letto (3,56 mld CAD). Il 97% delle 7000 aziende che operano nel settore sono canadesi e ci sono circa 10.000 persone impiegate nel settore. L’Ontario ha il piú alto numero di aziende operanti nel settore (circa 1507) seguito dal Quebec con circa 1298 aziende di mobili. Negli ultimi anni, la rapida crescita delle importazioni e il calo delle esportazioni hanno trasformato il Canada in un importatore netto di mobili.

Tuttavia, il Canada rimane tra i primi dieci esportatori di mobili del mondo. Nel 2022 le esportazioni canadesi di mobili ammontavano a 5,73 miliardi CAD, e le principali destinazioni sono state Stati Uniti (quota 97%), Messico (quota 0,4%) e Regno Unito (quota 0,23%).

Nel 2022 il Canada ha importato 7,29 miliardi di CAD di mobili, un +3% rispetto all’anno precedente. Il primo fornitore (a differenza di quanto accadeva fino al 2016) è la Cina con 3,31 miliardi CAD (che mantiene il primo posto, avendo superato gli Stati Uniti dal 2017), seguita dagli Stati Uniti, con 1,89 miliardi CAD, Vietnam con 374 milioni CAD, Messico 338 milioni CAD e in quinta posizione l’Italia con 291 milioni di CAD (l’Italia ha registrato una crescita rispetto ai 231 milioni di CAD registrati nel 2021).

Il Vietnam ha conquistato crescenti fasce di mercato, grazie a proposte economiche favorevoli, e al miglioramento della qualità dei prodotti esportati. L’Italia invece è nota ed apprezzata per la qualità, il design di ogni singolo prodotto e dei componenti dovuta alla continua ricerca e lavorazione di nuovi materiali e soluzioni tecniche innovative, ma anche a prezzi non economici, ma sicuramente competitivi nel mercato. L’Italia si conferma come principale fornitore nel segmento di mercato qualitativamente più elevato, in particolare nei comparti del mobile e dell’illuminazione ad alto contenuto. 

Principali aziende del settore
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
  • Fatturato: Oltre 50 milioni di €
Ultimo aggiornamento: 07/07/2023