Rischi economici (SPAGNA)
- Il tasso di disoccupazione, diminuito sostanzialmente negli ultimi anni, rimane tuttavia il secondo più alto in Europa
- Deficit strutturale rilevante
- Incertezza dovuta alle tensioni politiche in Catalogna
Il tasso di disoccupazione, diminuito sostanzialmente negli ultimi anni, rimane tuttavia il secondo più alto in Europa
A partire dal 2014 la Spagna ha intrapreso un cammino di crescita sostenuta che si è attestata al di sopra del 3% nel triennio 2015-2017 ed è proseguita nel 2018 con un aumento del PIL del 2,6% (tasso molto superiore alla media europea). Il tasso di disoccupazione tuttavia, nonostante si sia abbassato in maniera sostanziale (passando dal 25,7% del 2012 al 14,5% del 2018), rimane il secondo più alto in Europa, dopo la Grecia, ed in particolare rimane alta la percentuale dei contratti di lavoro a tempo determinato: nel 2018 il 26,9% dei contratti era a tempo determinato (di fronte al 14,6% della media europea).
Deficit strutturale rilevante
Il deficit strutturale della Spagna ha richiesto l'adozione di misure da parte del Governo per rafforzarne la sostenibilità ed adempiere agli impegni presi nei confronti di Bruxelles. Nel 2017 il Paese ha finalmente centrato l'obiettivo di ridurre il deficit al 3,1% del PIL e al 2,5% nel 2018. Il raggiungimento di tale obiettivo ne ha consentito l'uscita dalla procedura di deficit eccessivo prevista dal Patto di Stabilità e Crescita, nella quale si trovava dal 2009. La Spagna è ora invitata dalla Commissione a progredire verso gli obiettivi di bilancio a medio termine ed in particolare a limitare l'aumento della spesa allo 0,9% nel biennio 2019-2020 (con un aggiustamento strutturale dello 0,65% del PIL) e a ridurre progressivamente il livello del debito (nel 2018 pari al 97,1%).
Incertezza dovuta alle tensioni politiche in Catalogna
La crisi legata al processo indipendentista catalano ha avuto limitate ripercussioni sull'insieme dell'economia spagnola. Il protrarsi del clima di incertezza politica può tuttavia generare una contrazione degli investimenti di lungo termine, con prevedibili ricadute sull'economia. A fine 2017, oltre 3.000 imprese avevano lasciato la Catalogna per stabilire la propria sede sociale in altre comunità autonome spagnole.