Quadro macroeconomico (REP.CECA)
Dopo la crisi crisi economica internazionale nel 2009 la crescita economica del Paese si è mantenuta costante. Nel 2019 il PIL della Repubblica Ceca era cresciuto del 2,4%, stimolato soprattutto dalla spesa per i consumi delle famiglie e dalla domanda estera. Nel 2020, anche l’economia Ceca subisce però le conseguenze negative del calo della domanda e del blocco delle attività produttive dovuto alla Pandemia del Covid 19. Il Ministero delle Finanze Ceco nel suo ultimo rapporto (agosto 2021) stima infatti che l'epidemia da coronavirus abbia provocato una contrazione del PIL del 5,8% nel 2020, e prevede un rimbalzo dello stesso del 3,2% nel 2021 che sarà trainato da tutte le componenti della domanda interna, principalmente investimenti e consumi delle famiglie. Tuttavia, a causa dell'elevata dinamica delle importazioni, la bilancia commerciale con l'estero dovrebbe rallentare leggermente. Principalmente a causa della continua ripresa dei consumi privati, la crescita economica della Repubblica Ceca potrebbe accelerare al 4,2% nel 2022. È probabile che gli investimenti in capitale fisso mantengano uno slancio relativamente forte e l'economia torni ad essere leggermente sostenuta dalla bilancia del commercio estero, migliorata dalla crescita dei mercati di esportazione e dall'eliminazione delle strozzature nelle catene di approvvigionamento. D'altro canto, secondo il Ministero delle Finanze Ceco, vi sono significative pressioni inflazionistiche nell'economia. I prezzi elevati dell'energia e delle altre materie prime si stanno gradualmente riflettendo in altre aree di prezzo, compresi i prezzi al consumo. Pertanto, per il 2021 è stata alzata la previsione del tasso di inflazione medio al 3,2% e per il 2022 al 3,5%, ovvero al di sopra della fascia di tolleranza dell'obiettivo di inflazione della Banca nazionale ceca. Secondo i dati dell’Ufficio di Statistica ceco nel luglio 2021, la produzione industriale è aumentata del 2,1% su base mensile a prezzi costanti e del 7,0% su base annua. La crescita su base annua della produzione industriale è dovuta principalmente alla fabbricazione di manufatti in metallo (contributo +1,5 punti percentuali, crescita del 14,5%), alla fabbricazione di apparecchiature elettriche (contributo +1,0 pp, crescita del 14,3%) e alla produzione dei metalli di base, lavorazione metallurgica dei metalli; fonderia (contributo +0,7 pp, crescita del 28,1%). La produzione industriale è diminuita nella produzione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (contributo -0,15 pp, diminuzione dello 0,8%), altre lavorazioni (contributo -0,10 pp, diminuzione del 4,7%) e produzione di abbigliamento (contributo -0,03 pp, diminuzione del 4,2). Per quanto riguarda invece il commercio con l’estero esso ha registrato, sempre secondo i dati relativi a luglio 2021, un disavanzo di 7,2 miliardi di CZK, che è peggiorato di 21,3 miliardi di CZK anno su anno. Il saldo totale del commercio con l’estero è stato influenzato negativamente principalmente da un disavanzo più elevato di anno in anno in petrolio e gas naturale di 6,8 miliardi di CZK, metalli di base di 5,2 miliardi di CZK, prodotti chimici e preparati di 2,4 miliardi di CZK. Inoltre, l'eccedenza del saldo con gli autoveicoli è diminuita di 3,2 miliardi di CZK e il saldo delle apparecchiature elettriche è peggiorato per il passaggio da attività a passività di 2,4 miliardi di CZK. L'andamento del mercato del lavoro resta positivo. Deve però segnalarsi oltre il 60% delle aziende industriali lamenta l’assenza di lavoratori qualificati. Si tratta di artigiani, riparatori o operatori di macchinari e attrezzature. La più grande carenza di queste posizioni è nei settori automobilistico, ingegneristico, metallurgico e delle fonderie.