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Quadro macroeconomico (DANIMARCA)

Le stime dell’appena conclusosi 2020 indicano una contrazione del PIL di quest’anno del 4%, seguita da una ripresa stimata al 4% nel 2021.
La Danimarca è sostenuta da solide istituzioni, da un efficiente governance ed è caratterizzata da un’economia che presenta settori ad alto valore aggiunto e che possiede ingenti risparmi, di ottima qualità. Anche per questi motivi si prevede che lo stato danese assorbirà lo shock provocato dalla pandemia senza eccessivi squilibri. La velocità della ripresa dipenderà dalla domanda interna (che si prevede sarà spinta da un incremento nei consumi) e dall’andamento del mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione nel 2019 era del 3,7%, più o meno allineato con quello degli anni precedenti. Le stime e previsioni del tasso di disoccupazione per il 2020 e le previsioni per il 2021 sono rispettivamente del 6% e del 6,1%. Altrettanto importanti per il risanamento dell’economia sono i guadagni ottenuti dalle esportazioni (il 25% dell’export riguarda il solido settore farmaceutico), dipendenti dalla domanda dei principali partner commerciali (Germania, Svezia, USA e UK) che nel 2020 si è fortemente ridotta. Riguardo alle esportazioni non si sa ancora quale sarà l’impatto della Brexit: il Regno Unito rappresenta il 6% del mercato delle esportazioni danesi.

Il pacchetto fiscale in risposta alla pandemia ammonta, ad agosto 2020, a 131 miliardi di corone danesi. Il programma ha impegnato i suoi fondi per l’assistenza sanitaria, sussidi di disoccupazione e compensazioni per le attività più colpite dalla crisi.
La Danimarca è entrata nella pandemia partendo da una forte posizione fiscale. Il suo debito dal 2011 ha seguito una traiettoria costantemente decrescente, raggiungendo il 33,3% del PIL nel 2019. La stima del debito pubblico nel 2020 è di 41,7%, ma il governo continua a impegnarsi nella sua politica fiscale che mira a limitare il deficit annuale allo 0,5% del PIL, un limite ancora più restrittivo di quello imposto dal Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea.

Nel nuovo piano economico per il 2021 il governo ha posto al centro il mercato del lavoro, proponendo di investire nella formazione e specializzazione del capitale umano. Altre proposte riguardano investimenti in iniziative green, che sapranno anch’esse diventare catalizzatori di lavoro.

Fonti:

Fitch Ratings, OECD; Ministero degli Affari Esteri danese

Ultimo aggiornamento: 11/02/2021