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Quadro macroeconomico (BAHREIN)

Il Bahrein, disponendo di limitate risorse naturali, ha avviato prima degli altri Paesi del Golfo un programma di diversificazione dell'economia, che ha portato alla creazione di un’industria nazionale nel campo della produzione di alluminio, dei prodotti petrolchimici e della raffinazione del petrolio, nonché alla nascita di una fiorente economia di servizi. Il settore bancario è stabile e diversificato e il Paese rappresenta uno dei maggiori centri finanziari dell’area: il Bahrein e' sede di oltre 400 istituzioni finanziarie, sia di tipo convenzionale che islamico, che rappresentano insieme il 16,7 % del PIL e danno lavoro a oltre 15.000 persone. Il totale degli asset bancari e' valutato a 201 miliardi di dollari (dati 2019). Da ultimo, le autorità puntano molto sul settore Fintech, sviluppando anche una normativa al riguardo, con l’ambizione di diventare un centro di riferimento regionale in materia.

Il settore Oil&Gasl rappresenta non piu’ del 20% del PIL, ma fornisce più dei 2/3 delle entrate fiscali. La riduzione del prezzo del petrolio e l’attuale congiuntura hanno pertanto determinato, a partire dal 2014, un sensibile incremento del deficit e del debito (il debito si sta avvicinando al 100% del PIL, mentre il deficit sta diminuendo: secondo il FMI, nel 2020/21 si attestera’ al 7,6%, per poi scendere al 4,2% nel 2022), nonche’ delle pressioni speculative sul Dinaro bahreinita. A fine 2018, Arabia Saudita, EAU e Kuwait hanno concesso al Bahrein un prestito di 10 miliardi di dollari (con periodo di grazia di 7 anni 0% di interesse) per finanziarne il programma di aggiustamento fiscale. L’obiettivo e’ di effettuare risparmi per 2,1 miliardi di dollari all'anno, per arrivare al bilancio in pareggio nel 2022. In tale direzione, oltre all’introduzione dell’IVA, sono stati decisi nuovi aumenti delle bollette di luce e acqua per gli espatriati; uno schema di pensionamento anticipato per i dipendenti pubblici e un’ulteriore razionalizzazione dei sussidi.

Il PIL nominale (prezzi costanti) nel 2018 è salito a 39,3 miliardi di dollari, contro i 35,2 miliardi del 2017; per il 2019 si stima un valore di 41 miliardi (FMI). Il reddito procapite (a parita' di potere d'acquisto) del Bahrein si e' attestato nel 2018 a 50.750 US$.

Per quanto riguarda la crescita, il 2019 sta confermando l’andamento del 2018, con un tasso di crescita stimato da BM e FMI attorno al 2% (secondo i dati governativi il PIL sarebbe auementato del 3% nel secondo trimestre dell’anno). Una relativa perdita di velocità dovuta agli effetti depressivi sulla domanda delle misure di austerità, al rallentamento regionale ed al non positivo andamento dell’industria dell’Oil&Gas. Il PIL dovrebbe tornare a aumentare a un ritmo del 2,2% annuo (+3,3% nel comparto non-oil) nel 2020 e 2021, grazie alla spinta dei settori finanziario, manifatturiero e delle costruzioni. A partire dal 2023, la crescita dovrebbe poi tornare ad avvicinarsi al 3%, grazie al completamento del programma infrastrutturale sponsorizzato a dono dal GCC (7.5 miliardi di dollari di cui 2,5 gia’ utilizzati) ed all’incremento delle capacita’ produttive del Paese legato alla nuova linea di ALBA (produzione di alluminio, con un ouput che passera’ da 1 a 1,5 milioni di tonnellate) e all’estensione della raffineria BAPCO, che a regime produrra’ 380.000 barili al giorno (contro i 260.000 attuali).

Gli indicatori di Business Climate danno esiti complessivamente positivi: Nel recente rapporto “doing business” 2020 della Banca Mondiale, il Paese si colloca al 43^ posto (su 190 Paesi), con un balzo di ben 19 posizioni che lo fa figurare tra i primi 10 “top improver” dell’anno. In parallelo, nel Global Competitiveness Index 2019 del World Economic Forum il Bahrein figura al 45^ posto (e 5^ nell’area MENA), con una progressione di 5 posizioni. Da ultimo, S&P ha portato l’outlook da stabile a positivo, con un ranking di B+/B, proprio per i progressi compiuti nel risanamento dei conti pubblici, per il sostegno ricevuto dai partner GCC e per le riforme pro-business
Il rischio Paese rientra nella categoria Ocse 4/7 con apertura senza condizioni sui 3 rischi: sovrano, privato e bancario. E’ in essere da oltre tre decenni il peg della valuta nazionale con il dollaro.
Rating S&P'S: B+/B
Rating Moody's: B2
Rating Fitch: BB-

Ultimo aggiornamento: 29/12/2019