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Rischi politici (UNGHERIA)


Il partito Fidesz mantiene il potere politico

A seguito alle elezioni politiche del 2022, il partito Fidesz del Primo Ministro Viktor Orbán, in coalizione con il Partito Popolare Cristiano-democratico (KDNP), è stato riconfermato per il quarto mandato consecutivo con una maggioranza dei due terzi in Parlamento. L'opposizione in Ungheria appare frammentata e non in grado di assicurare un'alternanza di governo. Al riguardo, l'alleanza unita di opposizione, costituita da sei partiti politici di diversa estrazione, ha ottenuto poco più del 34% dei seggi. Da segnalare anche l'ingresso in Parlamento del partito di estrema destra Nostra Patria che dispone nella corrente legislatura di sei seggi.

Rapporti con l'Unione europea e situazione sullo stato di diritto

L'Ungheria, come anche altri Paesi dell'UE, esprime opinioni divergenti su alcuni dossier al centro dell'agenda europea come ad esempio la gestione dei flussi migratori ed alcuni aspetti legati al conflitto in Ucraina. L'Unione europea ha inoltre manifestato preoccupazione in più occasioni in relazione al funzionamento del sistema costituzionale ed elettorale, l'indipendenza della magistratura, la corruzione e i conflitti di interesse, la libertà di espressione, compreso il pluralismo dei media, e il rispetto dei diritti dei migranti e dei rifugiati.

Procedure di infrazione della Commissione UE contro l'Ungheria

Sono diverse le procedure d'infrazione nei confronti del Paese. Per quanto riguarda la questione dei diritti civili, Bruxelles ha avviato nel 2021 una procedura di infrazione contro l'Ungheria, dopo l'approvazione di una legge considerata di propaganda anti-LGBT, che violerebbe i diritti umani e i valori fondanti dell'UE. L'Unione Europea ritiene inoltre che norme nazionali riguardanti il mercato dell'energia siano in violazione del diritto comunitario. La Commissione ha anche deciso di deferire l'Ungheria alla Corte di Giustizia dell'UE sulla legge che criminalizza le attività a sostegno dei richiedenti asilo.

Sospensione temporanea dei finanziamenti europei

Il Parlamento europeo ritiene che l'Ungheria stia violando i valori democratici e dello stato di diritto su cui si fonda l'appartenenza all'UE, ed ha quindi invitato la Commissione a sospendere i finanziamenti del Fondo di Ripresa e Resilienza (RRF) e una parte del Fondo di coesione destinati al Paese. Inoltre Bruxelles reputa che l'Ungheria non stia attuando in misura piena ed efficace le riforme necessarie per il raggiungimento dei 27 obiettivi stabiliti da Bruxelles relativi al rafforzamento dell'indipendenza del potere giudiziario e alla salvaguardia degli interessi finanziari dell'Unione. Fino a quando tali traguardi non saranno stati raggiunti non sarà possibile procedere ad alcun pagamento delle rate per l'attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza del Paese.

Iniziative tese ad aumentare il controllo della maggioranza sui centri di potere economico del Paese

Secondo la Commissione europea, negli ultimi anni c'è stato un aumento dell'intervento governativo sotto forma di imposte settoriali, legislazioni ad hoc e decisioni governative mirate alle transazioni commerciali. Le misure adottate hanno ridotto la concorrenza e ostacolato la crescita delle aziende più efficienti. Tasse, limiti di prezzo e regolamenti su misura sono stati imposti senza consultazione preventiva su settori specifici e imprese, indebolendo la certezza del diritto e la pianificazione dell'attività aziendale. Sempre secondo la Commissione, il governo utilizza il suo potere per esentare le transazioni dal controllo delle concentrazioni dichiarandole di interesse strategico. Queste transazioni riguardano gli investitori stranieri, anche provenienti da altri Stati membri, e compromettono in parte i principi del mercato interno.

Ultimo aggiornamento: 16/10/2023