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Flussi turistici: Italia verso ALGERIA

Il turismo incoming dall’estero è stato a lungo trascurato in Algeria. Un ostacolo al pieno sfruttamento del potenziale turistico del Paese, in particolare a partire dagli anni ’90, è stato rappresentato dai rischi di sicurezza. Inoltre, il deterioramento delle condizioni regionali nel Sahel e in Libia negli ultimi anni, considerate le lunghe frontiere dell'Algeria in comune con Paesi a rischio, ha contribuito a limitare fortemente i viaggi anche nelle regioni del Sud del Paese che storicamente hanno avuto una maggiore vocazione turistica (seppur rivolta sempre ad un turismo "di nicchia").

Ulteriori ostacoli all’attrazione di flussi turistici dall’Europa continuano ad essere rappresentati dalla politica algerina restrittiva in materia di visti (che devono essere necessariamente richiesti presso l'Ambasciata di Roma o il Consolato Generale di Milano, mentre non è possibile ottenerli direttamente in aeroporto) e dalla qualità delle strutture ricettive, la maggioranza delle quali non ancora attestate su livelli internazionali. 

Negli ultimi anni, nell'ambito degli sforzi di diversificazione dell'economia del Paese - si è registrato una progressiva, seppur ancora parziale, volontà di elaborare una strategia per il turismo. Il Governo ha infatti identificato per il loro potenziale culturale, storico e paesaggistico 205 ZET (zone di espansione turistica) situate nella fascia costiera, nelle aree dei laghi e nella regione degli Hauts Plateaux, per una superficie totale di circa 54.000 ettari. Le potenzialità dell’Algeria in ambito turistico sono anche confermate dai sette siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO (Tassili, Valle del M’Zab, Kalaà des Beni Hammad, Djemila, Timgad, Tipasa, la Casbah di Algeri), nonché dalle 280 fonti termali. 

Ultimo aggiornamento: 06/01/2021