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Relazioni internazionali (LUSSEMBURGO)

Stato fondatore dell’Unione Europea, membro sin dall'inizio dell’ONU e della NATO, il Lussemburgo ha come assi portanti della propria politica estera l’avanzamento del processo di integrazione europea e il saldo rapporto trans-atlantico. Il Benelux, i cui obiettivi sono stati ridefiniti nel Trattato del 2008, costituisce tuttora un importante ancoraggio. Nel corso della sua complessa evoluzione, il Granducato ha maturato un'influente capacità di mediazione fra le posizioni dei grandi Paesi vicini, cui è legato da rapporti di interdipendenza, ed è riuscito a coltivare una proficua collaborazione su base pragmatica, oltre che con gli Stati Uniti, con Russia, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, Cina e Giappone.  La sfera di interessi si sta allargando verso il Sud-Est asiatico, il Canada, il Brasile, l'Australia e la Nuova Zelanda.

Ridare slancio alla costruzione europea, gravemente minata dalla crisi migratoria e dal referendum britannico su Brexit, è un obiettivo imprescindibile. L'integrità del mercato interno e il rispetto del "level playing field" rivestono un'importanza fondamentale per gli ambienti d'affari. Sul piano politico, l'accento è sull'Europa come comunità di valori, solidale, attenta alle necessità concrete dei cittadini e sensibile alle esigenze di coesione socio-economica, soprattutto in un periodo di gravi incertezze che stanno destabilizzando gli scambi a livello globale. Discostandosi dalle rigidità della Germania e dei Paesi nordici in tema di completamento dell’Unione economica e monetaria, il Lussemburgo insiste sulla necessità di assicurare coerenza, a livello politico e regolamentare, tra i quattro obiettivi del processo d’integrazione (Unione bancaria, fiscale, economica e politica).  Nel negoziato sul Quadro Finanziario Pluriennale, ha sostenuto la coesione fra le diverse regioni europee, l’innovazione e le ricerca tecnologica. Per la gestione dei flussi migratori, il Granducato si è impegnato a favore di una reale condivisione degli oneri a livello europeo e ha rispettato gli impegni di solidarietà assunti nei confronti dei Paesi di primo ingresso.

Nel quadro della partecipazione alla NATO, il Granducato ha istituito un esercito regolare di stampo europeo (circa 3.000 effettivi). Dal 1996 il Lussemburgo è membro della forza multinazionale Eurocorps, cui contribuisce con una compagnia di ricognizione (180 soldati) con sede a Diekirch, È molto stretta la connessione operativa con le Forze armate belghe. Militari lussemburghesi hanno contribuito alle missioni IFOR in Bosnia e ISAF in Afghanistan, e hanno partecipato a missioni ONU di peacekeeping. Alla fine del 2015 è stato disposto l’invio di truppe in Mali per rafforzare il contingente francese, prolungando il mandato anche nel 2020-2021 ad ulteriore dimostrazione del forte impegno lussemburghese a contribuire alla stabilizzazione della regione del Sahel. Dal 2016, il Primo Ministro Bettel si è impegnato nei confronti della NATO ad elevare le spese per la difesa allo 0,6% del PNL (rispetto all’attuale 0,4%) a partire dal 2020. Nel 2018 sono state disposte spese di rilievo per attività complementari (dono dell’ospedale da campo in Kosovo, messa in orbita del primo satellite governativo per comunicazioni militari Gov-Sat1, che ha capacità a disposizione di altri Paesi della NATO e dell’UE).

Sulla base dell’esperienza acquisita nei processi di integrazione socio-economica, il Granducato continua ad ampliare la propria proiezione internazionale con un’intensa attività bilaterale di cooperazione e assistenza tecnica allo sviluppo, finora concentrata su Paesi selezionati in Africa Occidentale, Sud-Est asiatico e America centrale. In termini di budget, dal 2000 il Lussemburgo risulta fra i primi 5 Paesi donatori, con una spesa in APS attualmente superiore all'1%.

Il Lussemburgo è fortemente impegnato anche nella promozione e nella tutela dei diritti umani: per la prima volta, è diventato membro del Consiglio Diritti Umani dell'ONU per il mandato 2022-2024, in occasione delle elezioni che hanno avuto luogo a New York a ottobre 2021. Tra le priorità del suo mandato: sostegno allo stato di diritto, allo spazio civico e ai difensori dei diritti umani, nonché lotta all'impunità; sviluppo sostenibile e contrasto al cambiamento climatico; eguaglianza di genere e lotta contro ogni forma di discriminazione; protezione e promozione dei diritti del fanciullo.

Ultimo aggiornamento: 29/06/2022