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Politica interna (LUSSEMBURGO)

A seguito delle elezioni per il rinnovo della legislatura (14 ottobre 2018), che hanno comportato il ridimensionamento dei partiti tradizionali popolare e socialista, i 60 seggi del Parlamento unicamerale risultano così ripartiti: CVS 21 seggi (-2 rispetto alle elezioni del 2013); DP 12 seggi (-1); LSAP 10 seggi (-3); Déi Gréng 9 seggi (+3); ADR 4 seggi (+1); Déi Lénk 2 seggi; Piraten 2 seggi (+2). La maggioranza parlamentare della coalizione di governo è di un solo seggio (31 deputati su 60). L’esponente socialista Mars (Marcello) Di Bartolomeo è attualmente Primo Vice-Presidente della Camera dei deputati.

La nuova coalizione di maggioranza - formata, come la precedente, da Partito Democratico (DP), Partito Socialista Operaio (LSAP) e Verdi (DG) - ha impostato un programma di governo all'insegna della continuità con le riforme varate nel precedente quinquennio, ma con un più forte accento sugli aspetti di sostenibilità ecologico-ambientale e socio-economico. Potendo contare al suo attivo prospettive di crescita al di sopra della media europea e una solida situazione finanziaria, il secondo Governo Bettel ha programmato la continuazione del massiccio piano di investimenti pubblici varato nel 2017 per l'adeguamento delle infrastrutture, la diversificazione della capacità produttiva con sviluppo di alcuni settori knowledge-intensive, la diffusione dei processi di digitalizzazione. Misure specifiche, all'insegna della sostenibilità e della conservazione di un'alta qualità di vita, sono state annunciate per alleviare la crescente divaricazione fra ricchezza e povertà relativa, e per compensare l'impatto della continua espansione demografica sulla mobilità, sulla disponibilità di alloggi a prezzi accessibili, sulla sanità e sul sistema educativo. Tutti questi aspetti di vita quotidiana hanno caratterizzato la campagna elettorale, nella quale il Partito Cristiano Sociale - tuttora il primo partito - non è riuscito a prevalere, avendo registrato un'imprevista ulteriore flessione dei consensi che lo ha relegato all'opposizione per un secondo termine consecutivo.

Il dibattito politico in Lussemburgo è ordinato e improntato a un'implicita ricerca di consenso sulle grandi linee di sviluppo del Paese. Non sono ancora emersi grandi movimenti anti-establishment, ma i grandi partiti ideologici, popolare e socialista, risultano entrambi indeboliti da una moderata propensione al cambiamento. Il disagio nei confronti della rapida crescita demografica dovuta all'immigrazione (il 47% dei residenti nel Granducato sono stranieri, che nella capitale raggiungono il 70%) si evince soprattutto dall'insistenza sull'utilizzo sempre più diffuso della lingua lussemburghese, sebbene l'elettorato sia consapevole che l’afflusso da altri Paesi europei di un’immigrazione qualificata (fino agli anni '60 per il lavoro nell’industria siderurgica e nel settore edile, dagli anni '70 nel settore finanziario, e più limitatamente nelle attività industriali) è stato determinante per conseguire il benessere di cui gode il Paese.

In linea con il piano dell'UE per rilanciare l'economia dall'emergenza pandemica da Covid-19 che ha caratterizzato il biennio 2020-2021, anche nella fase attuale tutto lo schieramento politico, nonostante alcuni rimpasti ministeriali (tra cui spicca la sostituzione per dimissioni del Ministro delle Finanze di origini italiane Pierre Gramegna, con Yuriko Bakes, già rappresentante della Commissione europea a Lussemburgo), condivide la necessità di diversificare le fonti di ricchezza per attenuare l’eccessiva dipendenza dell’economia lussemburghese dal settore finanziario, sfruttando le opportunità offerte dall’innovazione e dalla ricerca scientifica, dall’utilizzo esteso delle alte tecnologie e dai processi di digitalizzazione. L'obiettivo comune è quello di creare nuove capacità di nicchia, anche a livello industriale, in settori ad altissima specializzazione con ampie prospettive di sviluppo.

Ultimo aggiornamento: 29/06/2022