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Governo Italiano
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Presenza italiana (BOSNIA ED ERZEGOVINA)

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Osservazioni

Il 10 febbraio 2005 è entrato in vigore l’Accordo sulla Promozione e la Protezione degli Investimenti tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Bosnia-Erzegovina, firmato il 19 maggio 2000 ad Ancona.

In Bosnia Erzegovina si registrano una serie di investimenti italiani soprattutto nell'industria manifatturiera.

Significativa – anche per l’effetto trainante nei confronti dei nostri operatori – è la presenza nel settore bancario bosniaco di: Unicredit  che, attraverso la controllata Zagrebacka Banka (croata) e l’acquisizione della HVB Bank (austriaca), controlla due banche in BiH (UniCredit Bank d.d. -Mostar- e Unicredit Bank a.d. -Banja Luka-) ed è il più grande gruppo bancario della Bosnia-Erzegovina; anche Intesa Sanpaolo, con varie acquisizioni, è diventata una delle principali banche in BiH.

In BiH si registrano circa 70 società italiane che hanno effettuato investimenti diretti oppure hanno realizzato joint ventures con partners locali, soprattutto nei seguenti settori:

Lavorazione legno: tra le le maggiori, Lipa Drvo (legno, Prijedor); Bina Dierre (sedie, Bihac), Interwork (pellets, Bosanski Petrovac); Standard Turbe(sedie,Travnik).

Metalmeccanico/siderurgico: tra le maggiori, Metalleghe (silicio metallico e ferroleghe, Jajce e Mrkonijc Grad), Mehanicke Konstrukcije (componenti di macchinari, Kotor Varos)

Energia: la maggiore e’ Liquivex (Usora e Ljubuski) per la distribuzione di GPL.

Calzature/tessile/abbigliamento: Olip (Travnik), Tvornica Obuce Sportek (Kotor Varos), Socksmaker 3 (Tesanj); Dubicotton (Kozarska Dubica).

Sono da segnalare insediamenti di imprese italiane medio-piccole da collegarsi ad alcune produzioni in conto terzi per le lavorazioni nel settore del legno (attraente per l’abbondanza di legname nel Paese), confezioni e l’abbigliamento, calzaturiero e lavorazione nel settore metalmeccanico. Il successo di questo tipo di operazioni è testimoniato dalla circostanza che, in base ai dati resi disponibili dagli enti di settore bosniaci, circa 100 società italiane svolgono regolarmente in BiH attività di Traffico di Perfezionamento Passivo su base contrattuale. Si tratta di realtà che spesso sfuggono alle ricognizioni ufficiali ma che sono sintomatiche di una vitalità di scambi e di collaborazioni tra i due Paesi, favoriti anche dalla contiguità geografica e dalla facilità di accesso.

La delocalizzazione produttiva in BiH appare vantaggiosa non solo per la presenza di manodopera qualificata, facilmente reperibile e a costi contenuti, ma anche in considerazione dei significativi margini di sviluppo tuttora esistenti nel Paese in numerosi settori, tra cui l’ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture energetiche e viarie.