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Politica interna (BOLIVIA)

Il 22.01.2006, per la prima volta nella storia della Bolivia, con il 53,7% dei voti, è eletto alla carica di Presidente della Repubblica un rappresentante dei movimenti sociali appartenente ad un gruppo indigeno: Evo Morales, ex coltivatore di coca e leader sindacalista della categoria. Come parte integrante e fondamentale del "Proceso de Cambio", il 25.01.2009 la Bolivia si costituisce in Stato Plurinazionale attraverso l’approvazione referendaria di una nuova Costituzione Politica, con il 61% dei voti favorevoli. Alle elezioni tenutesi nel dicembre 2009, Evo Morales è rieletto per un ulteriore quinquennio con il 63% dei voti ed il suo partito (MAS - Movimento al Socialismo) ottenne la maggioranza dei 2/3 in Parlamento.

L’ultimo documento di indirizzo politico, la Agenda Patriótica 2025, risale ad agosto 2013; incentrata sui principi di dignità e sovranità, indica le linee di intervento statale e gli obiettivi di sviluppo (inteso – si noti bene –come Vivir Bien, uno stile di vita che genera equità tra gli individui ed armonia tra l’essere umano e la Madre Terra).

Nonostante l’art. 168 della vigente Costituzione stabilisca che il Presidente possa ottenere un massimo di due mandati consecutivi, un'interpretazione del Tribunale Supremo Elettorale ha reso possibile l’elezione di Morales a Presidente dello Stato nell’ottobre del 2014, con il 61,36% dei voti a favore. In occasione delle elezioni generali, il MAS viene riconfermato con i 2/3 dell'Assemblea legislativa.

L’attuale e terza presidenza consecutiva di Evo Morales, facilitata dalla mancanza di un’opposizione organizzata, consolida un’importante inversione di tendenza rispetto alla cronica instabilità politica del passato: il 21 ottobre scorso Morales ha battuto il record di permanenza ininterrotta alla guida del Paese (nove anni, 6 mesi e 24 giorni). Nonostante il forte calo registrato nei consensi alle ultime elezioni amministrative (marzo 2015) – e la conseguente perdita del Dipartimento di La Paz, della capitale e della roccaforte El Alto – il MAS governa in 6 dei 9 Dipartimenti del Paese, confermandosi unico Partito nazionale in Bolivia.

Nello settembre 2015, l'Assemblea legislativa approva la riforma costituzionale dell’articolo 168 per consentire a Morales di candidarsi anche alle elezioni politiche del 2019: al referendum del 21 di febbraio 2016 si afferma il "No" con il 51,3% in sei Dipartimenti, determinando la prima sconfitta di Morales. Da allora, il Governo ha subito una costante perdita di consensi e molti investimenti ed opere annunciate nei mesi precedenti sono state posticipate, anche perchè l'andamento del prezzo del greggio ha - per la prima volta dopo dieci anni - fermato il tasso di crescita della Bolivia al 4,34%, un valore che non ha consentito il pagamento della 14ma mensilità. Gli scandali, fra cui il noto "Zapatagate" e il "Fondo Indigeno", che hanno determinato l'arresto anche di ex Senatori e Ministri, e il recente "Taladros" (il contratto firmato con l'impresa Drillmec) hanno ulteriormente compromesso l'immagine della Bolivia. 

Dopo la sentenza del Tribunale Costituzionale Plurinazionale del 28 novembre 2017, che ha abrogato norme costituzionali e ordinarie, tutte le cariche elettive possono essere rielette senza limiti di mandato. 

Continuano intanto i processi contro i leader dell'opposizione, fra cui anche nei confronti dell'ex Presidente Carlos Mesa, per una nazionalizzazione disposta nel 2004 e che - dopo un lungo negoziato - è oggi costata allo Stato 42,6 milioni di dollari. Dopo l'arresto del Sindaco di Cohabamba (denunciato per corruzione), anche la Sindaca di El Alto ha rischiato il carcere per la vendita di un terreno (del valore di mille dollari) avvenuta 27 anni fa, quando la Alcadesa della terza città del Paese aveva 10 anni.

Il MAS ha già ricandidato il Presidente Morales e il Vice Presidente, nonostante le frequenti proteste con lo slogan "Bolivia dijo NO".

Ultimo aggiornamento: 14/07/2018