Bangkok – La Tailandia investirà circa 15 miliardi di dollari in infrastrutture di trasporto, compreso il suo principale porto per container, Laem Chabang, al fine di stimolare la crescita economica. Secondo una dichiarazione dell’ufficio del primo ministro “il governo thailandese sta attualmente promuovendo diversi progetti di trasporto su acqua su larga scala, tra cui un progetto di sviluppo di un porto industriale nel distretto del Corridoio economico orientale”. L’obiettivo, attraverso la costruzione della rete di trasporto fluviale thailandese, incrementerà il commercio internazionale con il Paese del sud-est asiatico.

Dell’importo dell’investimento, circa 3 miliardi di dollari andranno al potenziamento di Laem Chabang, per aumentare la capacità di trasporto delle merci di esportazione e importazione della Thailandia. Oltre a Laem Chabang, il governo prevede di costruire e sviluppare in futuro un terminal per container automatizzato lungo il West Quay del porto di Bangkok. Per supportare l’ecosistema del trasporto marittimo d’altura, il governo vuole anche sviluppare 29 terminal pubblici sul fiume Chao Phraya per rafforzare la sicurezza del traffico marittimo e trasformare Laem Chabang in un porto intelligente che abbia collegamenti intermodali senza soluzione di continuità con sistemi di trasporto come automobili e ferrovie.

Nonostante il calo delle tariffe di trasporto dei container, il governo thailandese non ha rinunciato a creare una compagnia di navigazione nazionale e sta intraprendendo uno studio di fattibilità. In un’intervista a Bloomberg, il ministro delle finanze thailandese Arkhom Termpittayapaisith ha affermato che questi progetti infrastrutturali isoleranno l’economia dalle esportazioni più deboli.

Oltre agli investimenti portuali, Arkhom ha affermato che ci sono piani per costruire una ferrovia ad alta velocità che collegherà tre aeroporti. Tra le economie del sud-est asiatico, la crescita economica della Thailandia si è attestata al 2,1% nel 2022, dimezzandosi rispetto al 2021, rendendola l’economia a crescita più lenta tra i paesi dell’Asean.

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