L’industria mineraria ha una pipeline di 73 progetti di 24 società per generare 5,1 GW (5116 MW), per un valore di oltre 3,8 milioni di euro nell’ambito degli sforzi dispiegati dal Sudafrica per garantire la propria sicurezza energetica.

“L’industria mineraria può svolgere un ruolo importante nel ridurre la pressione su Eskom, che deve intraprendere un’intensa manutenzione della sua flotta di centrali elettriche vecchie e trascurate che hanno un’età media superiore a 35 anni, e mettere fuori servizio le vecchie centrali a carbone e riconvertirle in soluzioni di energia rinnovabile e di stoccaggio a batteria”, ha dichiarato il Minerals Council del Sudafrica, sottolineando l’urgenza di attuare il piano energetico recentemente annunciato dal presidente Cyril Ramaphosa.

In effetti, i processi normativi che hanno richiesto fino a tre anni per approvare i progetti di energia rinnovabile hanno ritardato la capacità del settore privato di alleviare la crisi energetica, ha affermato il Consiglio, “ma l’impegno del presidente Ramaphosa a ridurre la burocrazia, sviluppare uno ‘sportello unico’ per l’energia rinnovabile candidati ai progetti, alleggerire le regole sugli appalti locali e portare un livello di pragmatismo alle autorizzazioni ambientali sono sviluppi importanti che devono essere attuati con una certa urgenza”.

Lo scorso lunedì Ramaphosa ha delineato un piano dettagliato del governo per abolire il limite di licenza di 100 MW per i progetti di energia rinnovabile del settore privato, garantire una maggiore partecipazione del settore privato per installare urgentemente capacità di generazione di elettricità, affrontare il debito di quasi 25 milioni di euro di Eskom e semplificare i processi normativi da parte di Eskom eliminando la burocrazia.

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