Nonostante gli innegabili progressi dalla fine dell'apartheid, il Sud Africa resta ancora contraddistinto da uno spiccato dualismo economico: alla parte del Paese ricca, moderna e industrializzata si contrappongono vaste aree caratterizzate da forte sottosviluppo (il 30% dei sudafricani vive sotto la soglia di povertà). L'elevata disoccupazione è la vera emergenza nazionale: nel 2015 si e' attestata sul 25,9% toccando quasi il 40% fra la popolazione nera a fronte di poco più del 5% tra la popolazione bianca.
L'aumento della conflittualità tra le forze sociali e le forme di lotta come gli scioperi selvaggi rappresentano un deterrente per gli investimenti e la creazione di posti di lavoro. Per questo le autorita' sudafricane intendono avviare una revisione complessiva del sistema di relazioni sindacali che, senza intaccare i diritti fondamentali dei lavoratori, contribuisca a realizzare un ambiente economico "business friendly".
Nel Paese non e' sempre facile reperire manodopera specializzata. Al riguardo il governo intende intervenire a partire da una riforma del sistema scolastico che sia piu' orientato alle conoscenze e competenze richieste dal mercato del lavoro e che preveda l'adeguamento dei programmi di formazione professionale alle reali esigenze dell'economia.
Le imprese estere che vogliono esportare in Sud Africa apparecchi elettrici per uso domestico sono costrette a lunghe e farraginose procedure per ottenere i permessi necessari, tanto che la stessa Commissione europea annovera l'ottenimento del relativo nulla osta (qui chiamato 'letter of authority') tra le barriere tecniche agli scambi.