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Politica economica (MAURITANIA)

La politica economica della Mauritania continua ad essere dedicata al mantenimento della stabilità macroeconomica del paese, in linea con le richieste del FMI per la continuazione dell’erogazione dell’Extended Credit Facility. In quest’ottica, il governo aveva intrapreso un piano di consolidamento di bilancio incentrato sull’ampliamento delle entrate fiscali, la riduzione dei sussidi pubblici e la promozione della diversificazione economica. A causa dell'emergenza sanitaria la situazione dei conti pubblici è notevolmente peggiorata con un preoccupante incremento del deficit, che il FMI stima possa arrivare al 3,9%, e un debito pubblico che potrebbe toccare il 79,3% e destinato ad un trend di crescita, visot il protrarsi della pandemia (Dati IMF). Nell’ambito del suo mandato, la Banca Centrale della Mauritania ha introdotto delle misure per assicurare una maggiore flessibilità e soddisfare la domanda di moneta dei mercati; tuttavia, l’efficacia di questa politica monetaria è seriamente ostacolata dalla circolazione di moneta al di fuori dei canali ufficiali.

Dal 2015 la Mauritania è impegnata in un vasto programma di riforme economiche. Le autorità si sono impegnate a fondo per migliorare il clima imprenditoriale al fine di promuovere gli investimenti privati. Dal forte calo dei prezzi del ferro del 2014, fonte del peggioramento del deficit fiscale, si è lavorato per migliorare l'efficienza della gestione delle finanze pubbliche: nel biennio 2015-2017, per la prima volta nella storia del paese, gli investimenti interni in settori quali lo sviluppo rurale e lo sviluppo industriale hanno raggiunto gli investimenti esteri.

Per mitigare gli effetti negativi legati all’emergenza sanitaria, il governo mauritano ha  introdotto una serie di misure di natura economico-sociale. Il Presidente Ghazouani ha annunciato la creazione di un fondo di emergenza, con un contributo iniziale di circa 67 milioni di USD. Gli aiuti introdotti dallo Stato comprendono la rimozione dei dazi doganali e delle tasse sulle importazioni di beni essenziali (grano, petrolio, latte in polvere, verdura e frutta), l'esenzione dal pagamento delle bollette per le famiglie povere e quelle che vivono in aree remote del Paese, la sospensione delle tasse comunali per le piccole imprese.

In termini di politica monetaria, la Banca Centrale della Mauritania (BCM) ha preso provvedimenti per reagire agli effetti economici della pandemia aumentando la liquidità bancaria e facilitando l'accesso al credito. Il 24 marzo scorso, infatti, la BCM ha deciso di ridurre il tasso di riferimento dal 6,5 al 5% e il tasso di riserva obbligatoria dal 7 al 5%.

Dopo quattro anni consecutivi di andamento ascendente, la Mauritania quest’anno ha perso 4 posizioni nella classifica Doing Business della Banca Mondiale, classificandosi al 152° posto su 190 paesi analizzati. Le principali difficoltà riguardavano il pagamento delle tasse e il recupero crediti e, nonostante nel 2020 rispetto alla prima dimensione la Mauritania abbia guadagnato una posizione (177° posto) e la performance in termini di recupero crediti non abbia subito variazioni (168° posto), tutte gli altri indicatori sono peggiorati.

In questo quadro, la Mauritania, come del resto altri Paesi dell'area, continua a guardare con interesse ai Paesi del Golfo nella ricerca di capitali che possano contribuire a sostenere lo sviluppo della propria economia, con particolare attenzione ad alcuni settori chiave (minerario, petrolifero, ittico). Allo stesso tempo le Autorita' di Nouakchott sono impegnate ad intensificare le relazioni politiche ed economiche anche con altri partner strategici, quali la Cina la cui penetrazione nel continente africano risulta come noto in costante crescita.

Ultimo aggiornamento: 05/02/2021