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Overview (BOSNIA ED ERZEGOVINA)

La Bosnia Erzegovina è un naturale mercato di sbocco per il Made in Italy, sia per la prossimità geografica che per il marcato apprezzamento locale per il know-how tecnologico, ingegneristico, per la qualità e la creatività dei prodotti tricolore.

Dal 2015 la Bosnia Erzegovina ha in vigore un Accordo di Stabilizzazione e Associazione con l’UE, di gran lunga principale mercato di sbocco (con una quota che nel 2021 ha raggiunto ben l’89% delle esportazioni bosniaco-erzegovesi, per un valore di 6,5 miliardi di euro). Il paese rappresenta un passaggio geografico obbligato per il trasporto delle merci via terra verso l'oriente e, grazie ad una serie di Accordi Commerciali preferenziali, si pone come hub di accesso ad un mercato potenziale di 600 milioni di consumatori in esenzione daziaria (Turchia, Russia, Paesi CEFTA, EFTA, ecc.).

La Bosnia Erzegovina ha un sistema impositivo e doganale favorevole agli investimenti, abbonda di zone industriali e franche ed è un mercato interessante per il Made in Italy per una pluralità di ragioni: stabilità monetaria grazie al cambio fisso con l'Euro, vicinanza geografica, manodopera qualificata a costi contenuti, vantaggi fiscali e doganali, disponibilità di risorse naturali e materie prime (idriche e forestali), presenza di una vasta rete di imprese italiane. La prospettiva dell’integrazione economico-commerciale nell’UE offre peraltro una serie di opportunità in termini di sostegno delle banche di sviluppo a progetti infrastrutturali e nel campo della transizione ecologica ed energetica.

La vitalità delle relazioni commerciali italo-bosniache è testimoniata dai risultati eccellenti riscontrati nel commercio bilaterale nel 2021, che vedono l’Italia al secondo posto, dopo la Germania, tra i partner commerciali della Bosnia Erzegovina (con quasi 2 milioni e mezzo di euro di interscambio, un trend che – al netto delle conseguenze della pandemia nel 2020 – risulta in crescita ormai dal 2014). Peraltro, sempre nel 2021 il nostro Paese ha raggiunto la posizione di primo fornitore della Bosnia Erzegovina, con un valore di 1 milione e 300 mila euro di beni importati dal paese (seguita da Germania, Serbia e Croazia). I settori di punta dell’export italiano in Bosnia Erzegovina sono quelli in cui tradizionalmente eccelle il nostro Paese: tessile, abbigliamento e calzature, macchinari, prodotti alimentari. L’Italia è inoltre il quarto acquirente (dopo Germania, Croazia e Serbia) delle esportazioni bosniaco-erzegovesi, per un valore di oltre 800 milioni di euro.

Nel periodo 1994-2020 l’Italia risulta inoltre il settimo investitore internazionale in Bosnia Erzegovina, con 366 milioni di euro investiti nel corso degli ultimi venticinque anni. Attualmente sono circa 80 le imprese italiane presenti nel paese, con investimenti greenfield o tramite joint ventures in vari settori (bancario, siderurgico, calzaturiero, dell’abbigliamento e del legname); molto diffusa anche la formula della lavorazione in conto terzi. Particolarmente significativa la presenza nel settore finanziario di istituti bancari italiani, quali Unicredit (prima società per capitalizzazione nel paese) e Intesa Sanpaolo.

Ultimo aggiornamento: 07/02/2022