La fase di raccolta ordini, conclusasi il 4 dicembre, ha fatto registrare una domanda pari al 465% dell'offerta e il prezzo di collocamento è stato fissato a 32 reali sauditi per azione (8,53 dollari), il massimo all'interno del range di 30-32 reali stabilito a novembre scorso. Da tali cifre, risultava una valutazione complessiva di Aramco pari a 1.700 miliardi di dollari.

Dall'11 dicembre l'1,5% delle azioni di Aramco è scambiato alla Borsa di Riad. Si tratta di 3 miliardi di azioni su un totale complessivo di 200 miliardi, il cui unico proprietario era stato finora il Governo saudita. Lo 0,5% è stato destinato agli investitori privati, mentre il rimanente 1% a quelli  istituzionali. Per l'esordio in Borsa, è stato imposto un limite giornaliero alla fluttuazione pari al +-10%. Nei primi due giorni di quotazione, le negoziazioni hanno portato il prezzo unitario da 32 a 38,7 reali, facendo arrivare il valore complessivo del gruppo a oltre 2.000 miliardi di dollari, obiettivo auspicato dal Principe Ereditario Mohammed bin Salman.

Dopo essersi qualificata come prima società al mondo per ricavi (110 miliardi di dollari nel 2018), Aramco si conferma prima in classifica anche nella storia degli IPO, spodestando il precedente record di Alibaba (25 miliardi di dollari).

Il successo dell'operazione è stato favorito dal nuovo accordo OPEC+ che ha introdotto maggiori tagli alla produzione di greggio a partire dal 1 gennaio 2020.

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Ambasciata d'Italia - ARABIA SAUDITA