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Politica interna (GIORDANIA)

La Giordania può essere considerata un Paese stabile sul piano istituzionale, con il potere concentrato nelle mani del Re Abdullah II e con la Corte Reale che mantiene la sua centralità nel sistema politico e istituzionale. La delicata fase attraversata dalla Giordania, in transizione sul fronte economico-sociale ma non su quello politico, si coniuga al quadro di crisi regionali, aggravate dalla crisi del COVID-19 e comunque lungi dall’essere politicamente risolte, che hanno avuto un drammatico impatto economico e sociale sul Paese con conseguente disagio nella popolazione. Al momento la priorità fondamentale per il Governo è lo stimolo ad una crescita economica stabile e sostenibile.

Le ultime elezioni parlamentari si sono tenute nel settembre 2021. Il processo elettorale ha registrato una scarsa partecipazione al voto ma, pur con alcuni elementi oggetto di critiche, è stato giudicato ben amministrato ed inclusivo dall’apposita missione di osservazione dell’Unione Europea. Nell’agosto 2017 si sono svolte le elezioni amministrative, che si sono svolte con regolarità e rappresentano un’importante innovazione nel segno di maggiore rappresentatività e decentramento amministrativo. Nel settembre 2021 il Comitato Reale per la modernizzazione del sistema politico ha concluso i suoi lavori consegnando al Parlamento i testi per la riforma della legge elettorale e dei partiti.

L'Esecutivo Khasawneh è entrato in carica con l'apertura della nuova legislatura. Nel mandato parlamentare precedente si sono susseguiti i governi di due Primi Ministri. Mulki si è dimesso in seguito all’ondata di proteste contro il carovita e le riforme fiscali che hanno coinvolto Amman ed altri centri nel Paese tra maggio e giugno 2018, ed è stato sostituito dal Governo guidato da Omar Razzaz, già economista presso la Banca Mondiale. Tale esecutivo si è caratterizzato per maggiore attenzione alla comunicazione delle riforme nei confronti del pubblico giordano, ma ha tenuto ad ottemperare nella sostanza agli impegni precedentemente assunti, nonostante le difficoltà con l’opinione pubblica.

L’agenda riformista degli ultimi Governi si articola su tre principali pilastri: stato di diritto, che include la lotta alla corruzione, individuata tra i principali ostacoli alla crescita; il sostegno alla produttività, anche attraverso l’attrazione degli investimenti esteri e il miglioramento del "business environment"; sviluppo e miglioramento dei servizi, con attenzione al rafforzamento di una "rete di sicurezza sociale".

Il Governo giordano si è impegnato notevolmente per approvare un gran numero di riforme sollecitate dal FMI e non sempre bene accolte dalla popolazione ed è ora urgente presentare all’opinione pubblica dei risultati che incidano positivamente sul tenore di vita e sui redditi delle famiglie. Lo stesso Re Abdallah ha ribadito più volte il proprio personale impegno perché le riforme abbiano successo.

 

Ultimo aggiornamento: 12/09/2021