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Aspetti Normativi (PAKISTAN)

A partire dal 2017, sono state introdotte una serie di barriere tariffarie e non per frenare il cronico disavanzo della bilancia dei pagamenti, che ha visto un forte deprezzamento della rupia. Alla vigilia della pandemia, nel 2019, su era avuta una certa razionalizzazione dei diritti di dogana, tesi a facilitare l’importazione di prodotti necessari allo sviluppo e diversificazione economica del Paese, misura pur compensata da un incremento delle tariffe sui beni importati non essenziali. Significativo, in tale contesto, la forte riduzione dei diritti di dogana accordata a macchinari per il tessile, che rappresentano peraltro una delle principali voci del nostro export in Pakistan.  Particolarmente favorevole e’ poi la normativa fiscale sui progetti giudicati di interesse strategico:  i macchinari relativi a progetti entro 30 chilometri da Gwadar hanno una aliquota che va da zero al 5%, che si eleva al 10% qualora i materiali fossero anche prodotti localmente. Il settore dove i diritti di dogana continuano a costituire un reale impedimento e’ quello automobilistico, soggetto ad aliquote che partono dal 35%, fino ad arrivare ad aliquote del 50, 60 o addirittura 100% con l'aumento della cilindrata dei veicoli. Analoghe elevate imposizioni vi sono anche per le motociclette. Tale regime sfavorevole si estende anche a mezzi agricoli come i trattori, nonche’ i  veicoli da costruzione (aliquota del 20%). Penalizzazioni vi sono anche per gli accumulatori elettrici associati ai veicoli, con una aliquota fino al 35%, che si eleva al 60% ed anche 75% per veicoli sportivi.

Se i diritti di dogana, pur aumentati, hanno un effetto nel complesso marginale (fatta eccezione per il settore automobilistico) sull’interscambio, particolarmente insidiose appaiono le numerose barriere non tariffarie che, di fatto, debilitano l’ingresso di beni in Pakistan. Si tratta delle assai restrittive normative sanitarie, che si qualificano sostanzialmente come misure protezioniste contro i prodotti agroalimentari. Questi ultimi, pur a fronte di tariffe ufficiali assai ridotte, risultano infatti sottoposti ad una serie di limitazioni fitosanitarie e regolamentari che, di fatto, ne rendono estremamente difficoltosa l’importazione. Particolare importanza riveste a questo proposito la nuova normativa sulle etichettature dei prodotti alimentari importati (regolamento SRO 237(I)/2019 del marzo 2019), che prevede l’apposizione dell’etichetta direttamente sull’involucro della merce, in inglese ed urdu, senza possibilita’ di ricorrere ad etichette adesive. Il problema risiede nel fatto che tale decisione costringe le aziende ad approntare linee di produzione appositamente per il Pakistan, procedimento di fatto antieconomico. Nel maggio 2022, con l'Order S.R.O. 598(I)/2022, emesso dal Ministero del Commercio di concerto con il Ministero delle Finanze e l’FBR (Federal Bureau of Revenue, incaricato della raccolta delle imposte), e' stato addirittura previsto il divieto di importazione, pena confisca, di una serie di beni ritenuti “non essenziali”, quali  cosmetici,  automobili, telefoni cellulari, shampoo, scarpe fino ad arrivare a generi di conforto come la cioccolata, i cornflakes e le sigarette. A fronte di forti proteste, tale regolamente e' stato revocato, sostituito da un generalizzato e consistente aumento delle tariffe doganali su tali beni.

 

Ultimo aggiornamento: 21/09/2022