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02/04/2019 - Il giro di vite di Pechino contro gli importatori riduce i loro acquisti colpendo le vendite di beni di lusso in Giappone

Il giro di vite di Pechino contro gli importatori riduce i loro acquisti colpendo le vendite di beni di lusso in Giappone

L’irrigidimento delle norme sulle importazioni private di beni di lusso da parte del governo cinese colpisce i rivenditori al dettaglio e i marchi di fascia alta in Giappone. A gennaio, le vendite duty-free nei grandi magazzini giapponesi sono scese del 7,7% rispetto all'anno precedente - il primo calo in oltre due anni, mentre la spesa media per cliente è scesa dell’8,4% a 63.000 yen (500 euro ca.). Le vendite di borse e abbigliamento di lusso risultano essere quelle più colpite. La nuova legge cinese sull’e-commerce, entrata in vigore il 1º gennaio, richiede che chi acquista prodotti all'estero (per un valore di oltre 660 euro circa) e li rivende sul territorio cinese debba prima registrarsi formalmente con le autorità cinesi e pagare i relativi dazi. Gli acquisti cinesi rappresentano oggi il 33% del mercato mondiale dei beni personali di lusso, il cui valore annuale totale ha raggiunto i 260 miliardi di euro Mentre sono soprattutto gli acquisti fatti all’estero dai turisti cinesi a fare da traino, anche i consumatori della Cina continentale acquistano tali prodotti attraverso gli importatori privati (i cosiddetti “daigou”). L’ampia diffusione dei servizi su internet e delle piattaforme basate sui social aveva permesso anche a dilettanti, come casalinghe e studenti universitari, di svolgere l’attività di importatore. Dall’inizio di quest’anno però, le cose sono cambiate.

Notizia segnalata da
Agenzia ICE di Tokyo