X Chiudi
Governo Italiano
Governo Italiano

Breadcumbs

10/11/2014 - Il complesso scenario provocato dal blocco delle importazioni dei prodotti agroalimentari

Il complesso scenario provocato dal blocco delle importazioni dei prodotti agroalimentari

~~Il 7 agosto 2014, il Governo della Federazione Russa ha emanato il Decreto attuativo «Sui provvedimenti di attuazione del Decreto del Presidente della Federazione Russa del 6 agosto 2014 n. 560», con la quale è stata formalizzata l’introduzione del divieto di importare nella Federazione Russa, per un anno, determinati prodotti agricoli, materie prime e prodotti alimentari, tra i quali figurano carni bovine e suine, alcune tipologie di carni lavorate, pollame, pesce, formaggi e latticini, frutta e verdura prodotte negli Stati Uniti d’America, nei paesi dell’Unione Europa, in Canada, Australia e Norvegia. Sono esclusi dal campo di applicazione delle misure in questione: alcolici, bevande, pasta e prodotti da forno, prodotti per l’infanzia e merci acquistate all’estero per consumo privato.
Infine, con il Decreto n. 830 del 20 agosto 2014 sono state introdotte delle eccezioni al bando in esame. Nello specifico è stata ripristinata la possibilità di importare nella Federazione Russa i seguenti prodotti: avannotti di salmone atlantico e di trota; latte senza lattosio e latticini senza lattosio; patate da semina, cipolle da semina, mais ibrido da semina e piselli da semina; additivi biologicamente attivi, dei complessi di vitamine e minerali, dei concentrati di proteine (di origine animale e vegetale) e loro miscele, fibre alimentari, additivi alimentari (anche complessi).
l’Agenzia Federale russa per il Controllo Veterinario e Fito-sanitario ha deciso in data 20 ottobre l’introduzione
di una sospensione temporanea delle importazioni in Russia dai Paesi UE di sottoprodotti della carne (frattaglie e
grassi di bovini e suini, farine animali) con decorrenza 21 ottobre2014.
Il blocco delle importazioni potrebbe rivelarsi non solo dannoso per i paesi colpiti, ma anche per la Russia stessa.
Dall’inizio dell’anno il rublo ha perso circa il 7% del suo valore, mentre le sanzioni alimentari, secondo le stime degli
analisti, costeranno a Mosca non meno di 98 miliardi di euro. La Russia sta quindi già rivedendo il proprio sistema
di approvvigionamento scegliendo nuovi fornitori, poiché le risorse locali nel campo agroalimentare non sono sufficienti a soddisfare la domanda del mercato, specialmente nelle grandi città come Mosca e San Pietroburgo dove il consumo dei prodotti importati arriva fino al 60%.
Il Primo Ministro russo Dmitry Medvedev ha raccomandato al Ministro dell’Agricoltura di massimizzare le produzioni agricole locali e nel frattempo contattare immediatamente diversi paesi, tra cui principalmente quelli sudamericani.
Resta quindi chiaro che l’attuale tessuto agricolo russo non potrà, benché’ intensamente sovvenzionato, rispondere alla richiesta del mercato locale in tempi rapidi. Infatti dal 2000 al 2013 la quota dei prodotti importati in Russia nel settore alimentare è cresciuta di 6 volte - da 7 miliardi di dollari USA a 43 miliardi. Dal 2010 in poi il peso del cibo importato è quindi cresciuto in maniera esponenziale: circa il 43% dai consumi della popolazione russa comprendeva prodotti importati.
Lo scenario delineato potrà avere inoltre un impatto diretto sul livello dell’inflazione, oggi già al 7%, che quasi inevitabilmente genererà un aumento significativo dei prezzi sugli scaffali. Per di più l’84% della popolazione russa, secondo le ultime indagini dell’istituto sociologico di ricerca VCIOM, sostiene l’embargo e ritiene peraltro che esso porterà benefici alle industrie alimentari locali, nonché all’economia russa in generale.
 

Notizia segnalata da
Ambasciata d'Italia - RUSSIA