Luanda punta ad aumentare gli investimenti esteri in quattro settori, agricoltura, infrastrutture per la logistica, tecnologia e telecomunicazioni e settore finanziario, per diversificare la propria economia e garantire occupazione a una popolazione giovane in rapida crescita.

Lo ha precisato il vice presidente della African Energy Chamber in Angola, Verner Ayukegba, in un articolo apparso sul sito dell’organizzazione che opera per attrarre investimenti nel continente africano.

Ayukegba ha ricordato come il crollo dei prezzi del petrolio registrato nel 2014 abbia portato ad avere “consapevolezza che il modello economico di eccessiva dipendenza da un settore, che è stato a lungo la fonte di miliardi di dollari per l’Angola e ha portato il paese a diventare una delle più grandi economie africane, aveva bisogno di cambiare”. E che, sebbene il settore petrolifero rappresenti ancora oggi “oltre un terzo del Pil e il 90% delle esportazioni totali”, il governo di Luanda sta ora cercando di diversificare l’economia “per mitigare il rischio di shock esterni del prezzo del petrolio e ridurre la dipendenza del Paese dalle importazioni”.

Per questo l’esecutivo si sta adoperando per ampliare la sua base industriale attraverso incentivi fiscali, per promuovere l’agricoltura con programmi speciali e per creare zone di libero scambio. Tutti interventi necessari anche per creare opportunità di lavoro “per la popolazione giovane e in rapida crescita del paese”.

Per il vice presidente, quindi, bisogna ora favorire gli investimenti in “quattro settori chiave”, ossia agricoltura, infrastrutture logistiche, telecomunicazioni e settore finanziario. 

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