Quadro macroeconomico (NORVEGIA)
La Norvegia è un Paese aperto agli scambi con il resto del mondo (ad eccezione dei settori agricolo e ittico, che beneficiano di un elevato livello di protezione), ed è dotato di un sistema legale efficiente e in grado di assicurare un'adeguata protezione dei diritti commerciali e intellettuali. Il diffuso benessere economico e l'elevato PIL pro capite, che pongono i Norvegesi tra i popoli più ricchi del pianeta, si basano principalmente sullo sfruttamento degli idrocarburi scoperti alla fine degli anni '60 all'interno della piattaforma continentale. Il Paese è infatti uno dei maggiori produttori di petrolio e gas naturale del mondo, destinati principalmente all'export verso l'Europa. Altri importanti settori dell'economia sono la pesca (la Norvegia è uno dei principali esportatori di merluzzo e salmone), lo shipping e la cantieristica navale. Il Paese è inoltre uno dei più attivi attori internazionali nell'ambito delle rinnovabili e della transizione verde.
Una caratteristica peculiare dell'economia norvegese è l'estesa presenza dello Stato nei suoi gangli strategici. In aggiunta al controllo dei gestori dei servizi di rete (ferrovie, strade e autostrade, energia elettrica, servizi postali), l'Amministrazione ha infatti mantenuto una partecipazione azionaria di controllo nelle grandi società norvegesi del settore petrolifero, metallifero, ingegneristico, bancario, chimico, immobiliare, ittico, aereo, della difesa, delle infrastrutture e delle telecomunicazioni. Sebbene gestite con trasparenza e per quanto possibile con un approccio di mercato, le partecipazioni statali hanno in parte favorito la creazione di oligopoli che distorcono la concorrenza e rendono difficile l'ingresso a nuovi operatori.
A livello congiunturale, nel 2023 il PIL norvegese è cresciuto dello 0,5%, accusando così un visibile rallentamento rispetto al +3% registrato l'anno precedente. La flessione dei consumi delle famiglie (-0,7%) ha avuto un peso significativo sull'andamento economico nel suo complesso. La contrazione è stata determinata da una perdita del potere di acquisto dovuta all'inflazione e agli alti tassi sui mutui ipotecari, che si è riverberata negativamente anche sul consumer sentiment dei cittadini: secondo il barometro sulle aspettative dei nuclei familiari pubblicato su base trimestrale dall'istituto londinese Kantar per conto dell'industria finanziaria norvegese, nel 2023 l'indice è sceso da -20 a -35. L'outlook per il 2024 sembra tuttavia giustificare un moderato ottimismo, in ragione del fatto che lo scorso anno l'inflazione si è lentamente avviata lungo una curva discendente, mentre il tasso di disoccupazione si è mantenuto stabilmente sotto il 4%.