X Chiudi
Governo Italiano
Governo Italiano

Breadcumbs

Quadro macroeconomico (ISLANDA)

Pur povera di risorse naturali e con un mercato interno molto piccolo, l'Islanda ha uno dei PIL pro capite più alti al mondo. La ricchezza dell'economia si basa tradizionalmente sullo sfruttamento delle immense risorse geotermiche (che assieme all'idroelettrico garantiscono la quasi completa autosufficienza energetica e hanno favorito lo sviluppo di una fiorente industria energivora come quella della produzione dell'alluminio) e sulla trasformazione ed esportazione del pesce. Negli anni successivi alla crisi finanziaria del 2008-2011, che ha rischiato di precipitare il Paese in default, ha conosciuto un'enorme crescita il settore turistico, che oggi, con un fatturato complessivo superiore ai 3 miliardi di euro, copre un terzo di tutto l'export di beni e servizi del Paese. Negli ultimi anni il Governo islandese ha inoltre incrementato le risorse e gli incentivi volti a sostenere attività di ricerca e sviluppo in settori ad elevato valore aggiunto. Lo Stato, in particolare, offre un credito d'imposta fino al 35% sulle attività di R&S effettivamente sostenute. Anche grazie a questi incentivi, è aumentato il numero di nuove imprese in settori emergenti come le biotecnologie, la tecnologia sanitaria, i prodotti farmaceutici e le ICT, in particolar modo nel segmento della progettazione software. Grazie a questa politica, oggi l'Islanda è uno dei Paesi a più elevata digitalizzazione del mondo.

A livello congiunturale, nel 2024 il Prodotto Interno Lordo islandese ha registrato una crescita dello 0,5%. L'incremento del PIL è stato guidato dai numeri record dell'industria turistica, che ha potuto contare su più di 2,2 milioni di arrivi e quasi 10 milioni di pernottamenti, confermando l'eccellente performance dell'anno precedente. I numeri del settore turistico non sono stati tuttavia sufficienti a compensare il deterioramento delle ragioni di scambio con l'estero, che si è riflesso in un deficit della bilancia delle partite correnti pari a più di 350 milioni di euro, dovuto principalmente ad una contrazione dell'export di servizi. Per quanto riguarda il mercato interno, la domanda privata ha registrato un leggero incremento (+0,6%), mentre gli investimenti fissi del comparto produttivo hanno conosciuto un'espansione del 7,5%, determinata in larga misura dall'andamento del mercato delle costruzioni abitative, che ha favorito un'espansione del 18% degli investimenti in questo settore.

Sul fronte dei prezzi, gli aumenti progressivi del tasso d'interesse di riferimento effettuati dalla Banca Centrale nel biennio 2022-2023 hanno permesso di ridurre progressivamente l'inflazione, che da un picco del 10,2% registrato a febbraio 2023 è scesa sotto la soglia del 4%. Il successo dell'operazione di politica monetaria ha permesso alla Banca Centrale di procedere a progressivi tagli del saggio d'interesse, che da un massimo del 9,25% è stato portato al 7,75%. L'economia nel suo complesso ha comunque retto bene agli effetti negativi dell'inflazione, grazie alla solidità del sistema bancario, alla crescita degli indici salariali, ad una situazione virtualmente di piena occupazione (il tasso di disoccupazione si aggira intorno al 3%) e a bilanci aziendali generalmente in salute.

Ultimo aggiornamento: 04/04/2025