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Quadro macroeconomico (URUGUAY)

Quadro generale

L'economia uruguaiana ha registrato una crescita ininterrotta del PIL dal 2003 al 2019, il più lungo ciclo espansivo nella storia del Paese, dovuto soprattutto ad un significativo aumento dei consumi privati e al rilancio delle esportazioni. Una situazione relativamente favorevole, che ha consentito all’Uruguay di affrontare la crisi economica mondiale causata dal Covid-19 con un quadro macroeconomico sostanzialmente in equilibrio, i conti pubblici sotto controllo e un’inflazione che, seppur al di sopra della fascia obiettivo del 3-7%, è rimasta relativamente contenuta per tutto il 2020.

Grazie a tali condizioni, l’impatto negativo della crisi economica ha colpito l’Uruguay in maniera relativamente attenuata rispetto agli altri Paesi della regione. Secondo stime preliminari della CEPAL - la Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi delle Nazioni Unite - il PIL della regione avrebbe registrato una caduta del 7,7% nel corso del 2020, a fronte di una contrazione dell’economia uruguaiana del 4,5%.

Su tale situazione ha certamente influito anche l’approccio pragmatico del Governo nella gestione dell’epidemia di Covid-19, che - basato sul concetto di “libertà responsabile” - ha portato avanti un difficile equilibrio tra i necessari provvedimenti restrittivi dovuti all’aumento dei contagi e il mantenimento delle attività produttive sociali.

Settori produttivi

Analogamente alle altre economie relativamente più sviluppate della regione, i servizi compongono la quota maggiore del PIL uruguaiano, con circa il 70% del totale (tra cui soprattutto commercio, trasporti, comunicazioni, servizi finanziari e assicurativi), mentre il comparto industriale vale poco più del 20% del PIL. Il settore primario, includendo agricoltura, pesca e minerario, non raggiunge il 10% del PIL, benché’ la sua importanza per l'economia complessiva dell'Uruguay sia estremamente superiore a tale percentuale, dato che costituisce la maggior parte delle esportazioni.

Nonostante sia territorialmente uno dei Paesi piu' piccoli del Sud America, grande parte dei terreni uruguaiani è utilizzata per scopi produttivi ad alto rendimento: il 96% del territorio del Paese è adibito a produzione agricola, allevamento e silvicultura.

Commercio internazionale

Le esportazioni rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo della ricchezza locale, di conseguenza l'economia uruguaiana è aperta ai mercati internazionali. L'approfondimento del processo di liberalizzazione economica ha portato ad un aumento del peso relativo del commercio internazionale sul PIL. In questo contesto, il coefficiente di liberalizzazione commerciale (esportazioni e importazioni di beni e servizi in termini di PIL) è stato del 69,1 nel 2020 (47° nella graduatoria di 186 Paesi ma in leggero aumento rispetto all’anno precedente), secondo The Heritage Foundation.

Se inizialmente, a causa della sua dimensione contenuta, il Paese esportava prevalentemente prodotti agro-industriali, negli ultimi anni la struttura delle esportazioni uruguaiane si è ampliata, fino a comprendere una diversa gamma di servizi: turismo, trasporti e logistica, finanza e soprattutto IT (in particolare software) che stanno posizionando l'Uruguay tra i principali hub tecnologici regionali. In un contesto di crisi economica internazionale, le esportazioni uruguaiane si sono ridotte del 12,5% rispetto al 2019, mentre le importazioni (al netto di petrolio e derivati), sono diminuite del 7%.

Positiva la situazione dei conti con l'estero, grazie ad una buona gestione del debito accompagnata negli ultimi anni da un'accorta strategia in raccordo con le Istituzioni finanziarie internazionali, per garantire il Paese da eventuali crisi di liquidità.

Ultimo aggiornamento: 19/02/2021