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Quadro macroeconomico (GABON)

Nonostante un reddito medio pro-capite relativamente elevato, che in base al World Development Report della Banca Mondiale inserisce il Paese nella classifica dei paesi considerati a reddito medio, il Gabon è marcato da grandi disparità economiche e dualismi territoriali, così come notevoli sono le carenze infrastrutturali e sociali. 

Dopo un lungo periodo di crescita economica mediocre, queste Autorità hanno lanciato nel 2010 un ambizioso programma strategico, denominato “Programma Strategico Gabon Emergente” (PSGE), per trasformare il Paese in un’economia di mercato diversificata all’orizzonte del 2025, sulla base di un master plan elaborato dalla società multinazionale Bechtel e confidando la gestione del programma all'allora neo costituita AGNT – Agenzia Nazionale Grandi Lavori.

Il ribasso del prezzo internazionale del petrolio, che rappresenta circa il 44% delle entrate pubbliche ed il 25% del PIL, e da cui il Gabon introita oltre l’80% delle entrate provenienti dall’export,  incidendo negativamente sul bilancio dello Stato ha ulteriormente ostacolato la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali previste da questo governo, che intende comunque perseguire la modernizzazione delle infrastrutture, lo sviluppo del capitale umano e le riforme strutturali che frenano la diversificazione dell’economia e la competitività del Paese.

Gli ultimi tre bilanci dello Stato, tenendo conto del perdurante basso livello dei prezzi petroliferi, hanno subito una forte riduzione delle spese correnti, pur volendo preservare quelle per i servizi sociali e gli investimenti. Queste autorità, nell'impossibilità di compensare lo scontato aumento del disavanzo statale attraverso un riscadenzamento del debito (cresciuto dal 28% del PIL nel 2014 al 38% nel 2015, fino ad arrivare all'attuale 64,2%) - nonostante l’emissione di obbligazioni sul mercato internazionale - hanno firmato a giugno 2017  un accordo triennale con il FMI per la concessione del controvalore di circa 573 milioni di euro sul periodo 2017-20. Già nel quadro del programma infrastrutturale nazionale (SDNI) 2012-2014 il governo aveva annunciato l’emissione di buoni del Tesoro (OTA) per un valore di 30 miliardi di F.CFA.  A giugno 2016 altre obbligazioni del Tesoro sono state emesse per un valore globale di 500 milioni di USD, ovvero oltre 289,5 miliardi di F.CFA, con validità fino a giugno 2025 ed un tasso d’interesse del 6,95%, ufficialmente al fine di  rilanciare alcuni progetti di investimento nel settore dell’energia, dell’acqua, dell’istruzione e della salute. 

 

Il Gabon continua a beneficiare di una buona valutazione da parte delle agenzie internazionali di ratings, malgrado la congiuntura internazionale sfavorevole, ma queste autorità sono consapevoli del fatto che per mantenerla devono mostrarsi capaci di portare avanti delle politiche prudenziali atte a preservare la viabilità delle finanze pubbliche e del debito, nonchè a rendere il Paese piu’ attrattivo. Cio’ è ancor piu’ importante in considerazione della volontà gabonese di fare appello al mercato internazionale per finanziare le spese per investimenti a medio termine. L’agenzia di ratings Fitch ha deciso lo scorso 6 maggio di rivedere al ribasso la valutazione sul Gabon, che è passata da BB- a B+ con prospettive stabili. La nuova valutazione convalida quella già attribuita da Standards & Poors. Nell’immediato non sono previste ulteriori revisioni della valutazione internazionale sopra indicata, basata essenzialmente sul basso livello del prezzo internazionale del petrolio, foriero di un abbassamento delle rendite petrolifere da cui derivano gli introiti statali e, dunque, indicativo di una certa fragilità delle finanze pubbliche. Secondo le agenzie internazionali, il basso livello dei prezzi petroliferi potrebbe comportare anche una riduzione degli investimenti in questo settore, soprattutto in ambito « offshore » profondo, con la conseguenza di una riduzione della produzione petrolifera nazionale nel medio-lungo termine.

 

Ultimo aggiornamento: 07/02/2020