Quadro macroeconomico (ARMENIA)
Dopo la grave recessione dell'economia armena iniziata nel 2009 (PIL -14,2%) il Paese - tradizionalmente legato alla produzione agricola/ortofrutticola ed ai suoi derivati (quali il brandy) - ha cercato di diversificare la propria economia, con priorità ai settori più avanzati.
Nel triennio 2014-2016, la crescita del PIL armeno è andata progressivamente rallentando (+3,6% nel 2014, +3% nel 2015, +0,2% nel 2016). Dati governativi danno una ripresa piu’ sostenuta per il 2017 (+7,5%) e buone stime anche per il 2018 (+4,5%), con inflazione al 4%.
Le stime IFI per il 2018 sono: Banca Mondiale +3,8%, BERS +3,5%, FMI +3,4%. Per il 2019: BERS +4,5%, BM +4%, FMI +3,5%.
Nel rapporto Doing Business 2018, l’Armenia si posiziona al 47imo posto (perde 9 posti rispetto ad anno precedennte) su 190 Paesi censiti. Mentre nello Human Development Index 2015 a cura dell’UNDP, l’Armenia figura solo all’84imo posto su 188 Paesi censiti, dopo Russia, Belarus, Kazakhstan, Georgia e Azerbaijan, così come nell’indice Global Competitiveness 2017-2018 a cura del World Economic Forum, l’Armenia figura al 73imo posto su 137 Paesi censiti, venendo dopo Azerbaijan, Russia, Kazakhstan e Georgia. Il Corruption Perceptions Index del 2017 elaborato da Transparency International vede l’Armenia al 107imo posto su 180 Paesi censiti, con un punteggio di 35/100, venendo dopo Georgia (46ima) e Belarus (68imo) tra i Paesi d’area.
L’interscambio commerciale nel 2017 è aumentato del 27%, grazie ad una ripresa grosso modo di pari entità sia delle esportazioni che delle importazioni. Quanto ai partner commerciali, la Russia è fondamentale sia per le esportazioni (assorbe circa il 24% del totale) che per le importazioni (28%) armene. L’Italia è il terzo partner UE (dopo Germania e Bulgaria) per Jerevan, rilevando soprattutto per le importazioni (6° posto assoluto nel 2017).
I maggiori detentori di stock di IDE nel Paese (dati 2016) sono: Russia, Cipro, Paesi Bassi e USA. Mentre per i flussi (dati 2016): Russia, Cipro, USA e UK.