Politica economica (SERBIA)
La Serbia è Paese candidato all’adesione all’Unione Europea da marzo 2012 e candidato ufficiale dal 2014. Insieme ad altri sei Paesi dei Balcani Occidentali (Albania, Bosnia e Herzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Turchia) è beneficiario per il periodo 2021-2027 di un budget complessivo di 14 miliardi di Euro di fondi europei (IPA III).
I fondi stanziati per la Serbia per il periodo 2021-2023 ammontano a 571 milioni di Euro.
Nell'ambito dell'IPA III, la programmazione dell'assistenza dell'UE è organizzata in cinque finestre tematiche: stato di diritto, diritti fondamentali e democrazia: good governance, allineamento dell'acquis comunitario, relazioni di buon vicinato e comunicazione strategica; agenda verde e connettività sostenibile; competitività e crescita inclusiva; cooperazione territoriale e transfrontaliera.
Tuttavia, il 2023 si è concluso senza l'apertura di alcun capitolo negoziale, segnando dunque una situazione di stallo del processo di integrazione della Serbia nell’Unione.
La legge di bilancio per il 2024 prevede entrate totali nelle casse statali per un importo di 2.040,9 miliardi di dinari (circa 17,4 miliardi di euro) ovvero il 7,2% in più rispetto alle entrate previste dalla revisione del bilancio 2023 e uscite pari a 2.238 miliardi (circa 18 miliardi di euro), + 5% rispetto al 2023. È altresì previsto che dal primo gennaio 2024 le pensioni in Serbia aumenteranno del 14,8 per cento, i salari nel settore pubblico del 10 per cento e il salario minimo del 17,8 per cento. Il bilancio proposto è incentrato sullo sviluppo, che implica il proseguimento di massicci investimenti infrastrutturali (con la costruzione di autostrade, ferrovie ad alta velocità, scuole, ospedali) nonché l’aumento dei salari e delle pensioni.
La legge prevede un deficit di bilancio fiscale di 197 miliardi di RSD, ovvero il 2,2% del PIL.
Il tasso di crescita economica previsto per il 2024, secondo il Ministero delle Finanze, dovrebbe attestarsi al 3,5%. Si prevede che il debito pubblico raggiungerà il 51,7% del PIL nel 2024, una percentuale molto inferiore al 60% consentito dall’accordo di Maastricht.
Inoltre, il quadro fiscale a medio termine prevede una graduale riduzione del deficit del settore statale al livello dell’1,5% del PIL nel 2026 e una diminuzione della quota del debito pubblico al 50% del PIL.
Il Presidente Vucic, presentando a gennaio 2024 il piano “Serbia 2027 – Salto nel futuro”, ha annunciato l’intenzione di investire 17 miliardi di Euro nei prossimi 4 anni per la sua implementazione. La maggioranza degli investimenti saranno volti alla realizzazione dell’Expo settoriale del 2027 a Belgrado, dedicata allo sport e alla musica. Vucic ha inoltre indicato gli elementi chiave dello sviluppo economico globale della Serbia, compresi i programmi per migliorare il tenore di vita dei cittadini, i progetti nei campi della scienza e della tecnologia, l’istruzione, lo sviluppo delle infrastrutture, l’industrializzazione, l’energia, l’ecologia, l’agricoltura, la sanità e il turismo.