Politica economica (RUSSIA)
Dal giorno dell’invasione dell’Ucraina le prospettive per l’economia russa sono fortemente peggiorate, anche per effetto delle sanzioni internazionali. La Banca centrale è intervenuta ripetutamente per limitare le conseguenze della crisi sulla stabilità del sistema bancario e finanziario. Oltre all’aumento del tasso di interesse di riferimento e all’introduzione dei controlli ai movimenti di capitale, sono state adottate altre misure tese a preservare la liquidità del sistema bancario e la capacità di questo di erogare credito all’economia.
In risposta al drastico mutamento delle condizioni esterne, la Banca Centrale della Federazione russa è intervenuta il 28 febbraio per alzare al 20 % annuo il tasso di riferimento (dal 9,5). Dall’11 di aprile il tasso è stato ridotto al 17 %, in considerazione della relativa stabilizzazione delle condizioni finanziarie e dell’attenuazione dei rischi sistemici.
Tra le numerose contromisure intraprese dalla Federazione Russa per frenare la fuga di capitali e valuta estera dal Paese, si ricorda quella che impone alle imprese russe di convertire in rubli l’80% dei proventi derivanti da attività commerciali con l’estero.
Esse prevedono, inoltre, stringenti restrizioni e divieti nei movimenti di capitale e valuta, richieste di modifiche dei termini contrattuali di pagamento nel settore energetico, la legalizzazione del c.d. import parallelo e alcune limitazioni all’esportazione dalla Russia di alcune tipologie di macchinari e attrezzature tecnologiche nonché’ prodotti alimentari di prima necessità. Restano valide, inoltre, le contromisure commerciali adottate nel 2014, in particolare nel settore agroalimentare.