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Politica economica (NORVEGIA)

La politica fiscale del Governo ruota da quasi 30 anni attorno al Government Pension Fund Global. Parte delle entrate statali derivanti dalle attività di esplorazione e sfruttamento degli idrocarburi sono infatti convogliate all'interno del GPFG, che oggi, con un valore di mercato superiore ai 1.500 miliardi di dollari, è il più grande fondo sovrano del mondo. Il GPFG è stato creato negli anni '90 per reinvestire il surplus dei ricavi petroliferi in titoli e progetti a lungo termine. Fino al 1997 il Fondo ha acquistato esclusivamente bond governativi, per poi destinare il 40% degli investimenti in titoli azionari. Il 1 gennaio 1998 è stata pertanto costituita Norges Bank Investment Management, che gestisce gli asset del Fondo assieme al Ministero delle Finanze. Ad oggi, il GPFG ha investito in oltre 8.800 società in 65 Paesi del mondo e possiede l'1,5% di tutte le azioni quotate a livello globale. Fin dalla sua istituzione, una parte dei proventi del Fondo sono stati reinvestiti nel tessuto sociale, facendo dei Norvegesi uno dei popoli più ricchi al mondo. Sul lungo termine, il ruolo del Fondo è garantire il mantenimento della ricchezza nazionale tramite investimenti che generino valore con un rischio moderato: l'obiettivo è infatti quello di assicurare risorse sufficienti a contrastare periodi di crisi e a creare un patrimonio pubblico che potrà essere utilizzato per mantenere il benessere economico della nazione e investire in settori produttivi che, in prospettiva, dovranno compensare il progressivo esaurimento dei giacimenti di petrolio e gas naturale.

Il bilancio dello Stato segue sostanzialmente una linea di continuità con quello degli anni precedenti. Il suo leit-motif è quello di evitare di appesantire il buon andamento dell'economia con una spesa pubblica eccessiva che danneggi i settori più aperti alla competizione internazionale (fiscal neutral stance). Suoi tratti distintivi sono il rafforzamento del sistema di welfare, gli interventi fiscali a tutela dell'ambiente e gli investimenti nel settore dell'edilizia civile. Nel 2021 il Governo ha inoltre varato il Piano Nazionale per i Trasporti per il decennio 2022-2033, che prevede la realizzazione di numerosi progetti infrastrutturali. Il Piano si caratterizza per il rilevante volume di risorse messe a disposizione, pari a circa 120 miliardi di euro. Vengono privilegiati il trasporto stradale (cui sono destinati circa 50 miliardi di euro), e il trasporto ferroviario (circa 40 miliardi). 8 miliardi sono destinati alle misure per le aree urbane, 5 alla rete viaria locale e poco più di 3 allo sviluppo dei collegamenti marittimi.

Per quanto concerne la politica monetaria, per sostenere la crescita e l'occupazione negli ultimi anni la Banca Centrale ha attuato, in linea con l'eurozona, una strategia fortemente espansiva, con una rilevante riduzione del tasso di interesse di riferimento, che nel biennio 2020-2021 si è azzerato. Successivi aggiustamenti hanno condotto a un progressivo rialzo del tasso (oggi superiore al 4%), al fine di contenere le spinte inflattive, causate in parte dal conflitto in Ucraina. La corona norvegese, dal canto suo, ha conosciuto in questi anni una decisa tendenza al deprezzamento rispetto alle principali valute internazionali. La svalutazione della moneta, combinata a una notevole moderazione salariale, ha contribuito a un netto miglioramento della redditività e della competitività delle imprese non legate all'oil&gas, in particolare quelle dell'industria ittica.

Ultimo aggiornamento: 21/02/2024