Politica economica (ARMENIA)
L’Armenia è un mercato di circa 3 milioni di abitanti. L'economia è particolarmente vulnerabile ai fattori esterni (il crollo del rublo russo ha innescato il deprezzamento del dram) e mantiene una forte dipendenza dalle rimesse private, in gran parte provenienti dalla Russia (dove lavorano 3 milioni di armeni).
Per fronteggiare gli effetti della crisi regionale, il Governo armeno ha introdotto nel 2015 misure di stimolo fiscale, ampliando tuttavia il deficit di bilancio (-4,8% nel 2015 e -5,6% nel 2016, mentre era -1,9% nel 2014). Il Parlamento ha approvato il 4 ottobre 2016 la nuova normativa fiscale (entrata in vigore il 1 gennaio 2017) mentre vi sono, in fase di approvazione, misure volte a regolare il conflitto di interessi e ad accrescere la trasparenza nelle gare pubbliche.
Il forte deprezzamento della valuta nazionale (dram) nel 2015 ha causato significative impennate dei prezzi. Il tasso di inflazione è comunque rientrato entro la banda obiettivo della Banca Centrale (4±1,5%) ed è attualmente nullo.
Pur permanendo una sostanziale dipendenza energetica da Mosca, il Paese punta ad incrementare l’utilizzo delle rinnovabili per conseguire una maggiore indipendenza energetica.
Attualmente il fabbisogno energetico armeno è soddisfatto: 36% energia termica; un ulteriore 36% nucleare; 28% idroelettrico. La produzione da fonti rinnovabili beneficia di appositi incentivi: la normativa garantisce per vent'anni l'acquisto dell'energia prodotta tramite fonti solare, eolica e biogas, assicurando pagamenti tempestivi ai produttori con la formula “take or pay”. Tra le fonti rinnovabili, le minicentrali idroelettriche, in gran parte realizzate da privati (grazie a un meccanismo che garantisce l’acquisto da parte dello Stato, a un prezzo concordato, di tutta l’energia generata nei primi 15 anni di operatività), sono notevolmente aumentate (la produzione è decuplicata nel corso dell’ultimo decennio, grazie anche agli IDE, pari a ca. 300 milioni USD). Il potenziale del fotovoltaico viene stimato in circa 6.000 MW, con opportunità di investimento, secondo fonti governative, pari ad 8 miliardi USD. L'energia eolica avrebbe un potenziale complessivo di 800 MW. Due progetti pilota sono già stati realizzati. Le opportunità di investimento ammonterebbero a ca. 1,2 miliardi USD.
Nel settore della geotermia, un progetto pilota è in corso, con attività di perforazione per la realizzazione di una centrale da 30 MW a Karkar (costo preventivato dell’opera si aggira attorno ai 100 milioni di dollari). Si prevede che una prima gara internazionale verrà indetta con prospettiva di realizzare circa 30 centrali e opportunità di investimento pari a 95 milioni euro.
L’agricoltura rappresenta uno dei comparti di punta dell’economia armena. Secondo le stime più recenti messe a disposizione dal Governo il settore contribuisce al 20% del PIL, genera rimesse per oltre 2 miliardi di dollari e costituisce il 27,8% delle esportazioni. A fare da traino sono soprattutto le coltivazioni di frutta - in particolare di albicocche – destinate ai mercati di Russia, Bielorussia e Ucraina. Anche l’allevamento di bestiame ha un peso sempre più rilevante (circa il 40%) sulla produzione agricola lorda.
Altri settori dove si registrano interessanti opportunità sono: ICT (nel corso dell'ultimo decennio ha registrato una crescita del 20% annuo e vi è una crescente domanda di ingegneri informatici); turismo (è prevista l’individuazione di 20 siti storici da valorizzare), ed infrastrutture (l’asse viario Nord-Sud ed il completamento delle linee ad alta tensione di collegamento con Iran e Georgia).
In Armenia esistono due Zone Economiche Speciali, create con legge del maggio 2011, l’una dedicata ad agricoltura e oreficeria (presso l’Aeroporto Internazionale di Jerevan) e l’altra alle alte tecnologie, nel distretto di RAO MARS.