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Overview (PERU')

Interscambio con l'Italia

Sebbene siano state formulate aspettative di ripresa per il 2024, lo scorso anno 2023 segnato da un crescita nel complesso negativa, con alcuni periodo di recessione tecnica a causa del complesso scenario interno e internazionale. Questo ha avuto ripercussioni anche sull’interscambio con l’Italia: se nel 2022 l’export italiano verso il Paese aveva registrato una variazione positiva del 14,5% rispetto all’anno precedente, per un valore totale di 597,83 mln. €, nel periodo tra gennaio e ottobre 2023 il valore delle esportazioni registrato si affermava intorno ai 495,39 mln di euro, con una variazione positiva del solo 2,3% se paragonato al medesimo periodo nel 2022.

La bilancia commerciale relativa all’interscambio Italia – Perù nel 2023 attesta un saldo negativo ad indicare che l’Italia importa più prodotti dal Perù di quanti ne esporta.  Vari settori dell’economia peruviana mostrano interesse però a potenziare il loro export negli anni a venire. Si può ad ogni modo constatare che dopo la diminuzione legata alla pandemia, l’interscambio commerciale tra Italia e Perù è tornato ad aumentare già nel 2022 con un incremento delle esportazioni del 14,5% rispetto all’anno precedente, parallelamente alle importazioni che sono aumentate invece dell’8,7%. Si registra anche una discreta complementarità tra Italia (produttrice ed esportatrice di macchinari, beni industriali e know-how) e Perù, particolarmente interessato a questi prodotti e produttore di materie prime.L’Italia è il 18° mercato di destinazione dell’export del Paese sudamericano, detenendo così l’1,2% della quota di mercato del Perù.

La composizione merceologica dell’export italiano in Perù vede principalmente l’esportazione di motori, turbine , seguite da macchinari ed apparecchiature di vario tipo (ad esempio elettriche) e prodotti chimici e forniture e beni in ambito medico e dentistico, prodotti delle altre attività manifatturiere; prodotti alimentari, bevande e tabacco. Il Perù è il 75° mercato di destinazione dell’export dell’Italia, consolidando lo 0,1% del mercato nostrano.

Per quanto riguarda l’import italiano dal Perù, si è registrata nei dati di ottobre 2023 un valore totale di 633,57 mln di euro, con una variazione positiva del 17,7% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.I principali prodotti importati dal Perù sono i metalli di base e prodotti in metallo (in particolare il rame)[3], esclusi macchine ed impianti; prodotti dell’agricoltura. L’Italia è il 18° mercato di destinazione dell’export del Paese sudamericano, detenendo così l’1,2% della quota di mercato del Perù.

Patto per l'Export

A seguito di un processo di concertazione che ha coinvolto 145 Associazioni di categoria dei principali settori produttivi nazionali  è stato varato il cosiddetto Patto per l’Export l’8 giugno 2020, sottoscritto da oltre 46 soggetti giuridici tra Ministeri, rappresentanze imprenditoriali ed enti di sostegno all’export, . Tale Patto è lo strumento di una nuova strategia di sostegno pubblico all’export concepita con l’obiettivo di supportare le imprese nel fronteggiare le conseguenze della crisi pandemica  Si tratta di fornire loro gli strumenti volti ad aumentare la  competitività, sfruttare i benefici della ripresa  e  contrastare gli effetti della crisi russo-ucraina. Si compone di 6 pilastri: Comunicazione;  Formazione/informazione; E-commerce ; Sistema fieristico; Promozione integrata ; Finanza agevolata[1].Le risorse stanziate per la sua attuazione superano attualmente i 7,2 miliardi di euro.

Finanza agevolata per le imprese italiane che vogliono investire all'estero

A seguito della riforma del 2019 in materia di commercio internazionale, il MAECI esercita le funzioni di indirizzo e controllo dei fondi pubblici a sostengono dell’internazionalizzazione delle imprese italiane esportatrici:. Tra questi fondi, si ricordano i seguenti, gestiti da SIMEST e amministrati da comitati interministeriali presieduti dal Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese[2]: il Fondo 394/81, il Fondo 295/73 e il Fondo di Venture Capital,

Il Fondo 394/81, è destinato all’erogazione di finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione, in regime “de minimis” (Regolamento UE n. 1407/2013), a favore delle imprese italiane che operano sui mercati esteri. Questo strumento finanza a tasso agevolato sette tipologie di programmi a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese. Sono riservate annualmente alle PMI circa il 70% di tali risorse Lo stanziamento complessivo è di 1,2 miliardi di euro. Il Fondo  ha anche l’obiettivo di sostenere la transizione digitale e la sostenibilità ambientale delle PMI italiane. Si invita a visitare la pagina del SIMEST per ulteriori informazioni relative a tutte le misure a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese, di cui seguono brevi cenni.

Il Fondo per la Promozione Integrata, istituito con il decreto n. 18/2020, ha  tra le sue finalità, la concessione  finanziamenti agevolati, cofinanziati a fondo perduto fino al 50%, a valere sul Fondo 394/81, secondo criteri e modalità stabiliti dal Comitato Agevolazioni.

II Fondo 295/73 consente agli esportatori italiani di offrire ai propri commitenti stranieri considizioni di pagamento dilazionato ad un tasso di interesse fisso agevolato, mediante strumenti quali il Credito Acquirente ed il Credito Fornitore, od altri contributi in conto interessi finalizzati al sostegno delle esportazioni..

Il Fondo di Venture Capital ha come obiettivo favorire la proiezione estera e lo sviluppo imprenditoriale attraverso due linee operative. La prima consente, in co-partecipazione con i fondi propri di SIMEST, di acquisire quote di capitale di imprese estere controllate da società italiane,, a fronte di un progetto di internazionalizzazione La seconda , avviata nel 2022, ha l’obiettivo di sostenere l’espansione

Ultimo aggiornamento: 06/04/2024