05/11/2015 - Comunicato stampa di Vinitaly relativo all’inaugurazione della Hong Kong Wine & Spirits Fair
HONG KONG, 6 NOVEMBRE 2015
Hong Kong guarda al futuro tra Asia Pacific e Greater China. Sono due le strade che l’ex colonia inglese percorrerà da ora in avanti. Che Hong Kong stia facendo sul serio lo ha detto lo stesso ministro delle Finanze di John C. Tsang in occasione dell’ottava edizione dell’ Hong Kong International Wine & Spirits Fair - che si è aperta ieri - dove Vinitaly rappresenta l’Italia enoica con 135 cantine, 800 etichette e 13 masterclass, tra cui 5 della Vinitaly International Academy guidata da Ian D’Agata.
Il ministro Tsang ha annunciato ufficialmente l’avvio dell’ instant clearance, un provvedimento che permette ai distributori di Hong Kong di sdoganare il vino in Cina interna in meno tempo rispetto a quanto accade ora. Tre giorni lavorativi per chi è già distribuito in Cina e meno di sette per chi non è ancora rappresentato nel Paese del Dragone. Cinque sono i porti toccati da questo provvedimento: Guangzhou, Shenzhen, Pechino, Shanghai e Tianjin.
Oltre a confermare quindi la sua vocazione come hub del vino nel Sud Est Asiatico e nell’area dell’Asia Pacific, Hong Kong non vuole rimanere isolata dalle politiche della Via della Seta avviate dal presidente cinese Xi Jinping e rilancia.
“Quest’anno è la nostra sesta edizione qui con HKTDC e forse questa è la prima volta che vediamo in modo concreto il desiderio del governo di Hong Kong di facilitare il movimento del vino da Hong Kong alla Cina”, afferma Stevie Kim, managing director di Vinitaly International, “Dobbiamo ancora capire per bene le procedure. In termini di benefici economici non è concretamente misurabile, ma in termini di tempo è significativo”.
Hong Kong rimane un mercato strategico per le aziende vitivinicole italiane, per due motivi: da un lato, agisce come corsia preferenziale per i nostri produttori che esportano nella Cina continentale. Dall’altro, dato l'elevato potenziale di crescita interna, rappresenta uno sbocco importante per le etichette italiane. Le importazioni di vino a Hong Kong hanno registrato, lo scorso anno, una crescita del 5,1%, con un valore complessivo di 984 milioni di euro (FONTE: HKTDC, il 27 febbraio 2015, http://tinyurl.com/o7tndho). In particolare la quota di vino italiano nel 2014 è stata pari all’1,5% sul totale importato e, nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2015, ha registrato un ulteriore anche se lieve aumento (FONTE: Istat). Dati che confermano come il nostro Paese abbia sia i numeri che la varietà produttiva per conquistare l'attenzione dei consumatori di Hong Kong, a patto di fornire loro anche gli strumenti per orientarsi e apprezzare il vasto e variegato panorama vitivinicolo del Belpaese.
C’è bisogno di maggiore unità e di formare una massa critica di rilievo. In questa direzione le dichiarazioni del console generale italiano a Hong Kong, Antonello De Riu, presente al taglio del nastro di Vinitaly a Hong Kong insieme al ministro delle Finanze hongkonghino. “Dobbiamo trarre insegnamento serenamente dai nostri principali competitor europei per presentarci in maniera univoca e soprattutto fare massa critica”, dichiara De Riu, “Rivolgo un appello ai nostri produttori: capisco chiaramente che il vino italiano è un gioiello, forse uno scrigno dei tesori segreti e ce ne sono tantissimi. Ma per venire in realtà come la Cina, Hong Kong e il Sudest asiatico bisogna farsi riconoscere e presentarsi in maniera unitaria. Altrimenti è difficile andare avanti”.
Sito web dove trovare la modulistica del provvedimento del governo di Hong Kong: http://www.tid.gov.hk/english/import_export/nontextiles/wine/wine042015.html
Notizia segnalata daAmbasciata d'Italia - CINA